Lunedì 23 Dicembre 2024

Sprofondo azzurro, l'Italia non c'è: 1-0 col Portogallo

Roberto Mancini cambia tutto o quasi, ma non l'Italia. E il suo declino che sembra inarrestabile. Lo schiaffo subito da un Portogallo senza tanti titolari (Cristiano Ronaldo in testa) e alla fine comunque vincente dà l'idea di uno sprofondo azzurro. L'1-0 finale firmato da Andrè Silva, un 'rinnegato' della serie A, e' la prima sconfitta ufficiale del nuovo tecnico, chiude un anno orribile senza neanche un successo in partite da tre punti e soprattutto inguaia l'Italia in Nations League. Con un solo punto dopo due turni e i restanti da giocare in Polonia e contro un Portogallo che ritroverà Ronaldo, il rischio di ultimo posto e retrocessione nel nuovo torneo Uefa si fa concreto. Senza guardare a guai così lontani, basta la serata storta di Lisbona a confermare quanto difficile sia la risalita. Mancini ha provato a cambiare verso con nove nuovi su undici, rispetto al pari di Bologna con la Polonia: il primo tempo aveva lanciato qualche segnale, ma alla fine l'inconsistenza di Immobile, il mezzo naufragio di Chiesa e le difficoltà del centrocampo hanno decretato che questa nazionale non fa gioco. Logica conseguenza, la difficoltà a segnare e la facilità nel pagare gli errori. Del tutto inedita la difesa, con l'esordiente Lazzari della Spal più Caldara-Romagnoli-Criscito da destra a sinistra, e anche in avanti a supporto di Immobile c'è Zaza e non Berardi o Bernardeschi: è più un 4-4-2 che un 4-3-3. Balotelli guarda dalla tribuna. Dall'altra parte, il Portogallo che fa esperimenti senza Ronaldo festeggia capitan Pepe che fa 100 in nazionale. Tra le conoscenze in campo ci sono i due terzini Mario Rui e Cancello, più Andrè Silva al centro dell'attacco. Chiesa si fa subito largo nella difesa portoghese, e al 1' va al tiro parato da Rui Patricio. Ma il Portogallo è più corto, più folto a centrocampo e soprattutto ha maggior tasso tecnico, segno che la generazione post CR7 c'é. Lazzari a destra soffre Bruma ma lo contiene, sono gli errori in uscita a far rischiar grosso Donnarumma. Come quello di Cristante al quarto d'ora, da cui nasce un cross di Bernardo Silva troppo arretrato per Andrè Silva. Passano cinque minuti e a perder palla e' Caldara, fortuna che il tiro dell'ex milanista è centrale e Donnarumma lo blocca. Il centrocampo azzurro fatica a uscire dagli spazi stretti, ma c'è Zaza a far un lavoro doppio e quando dal centro si sguiscia via liberi sono rischi anche per la difesa lusitana. Al 25' però Immobile prima e Zaza poi si perdono in slalom in area, senza mai tirare. Cosi' torna a crescere il Portogallo, che nella fase centrale del primo tempo prende in mano il gioco e va vicina al gol. Glielo negano al 27' Romagnoli, ribattendo sulla linea un tiro di Bernardo Silva, e poco dopo la traversa, che respinge la carambola di Cristante sul cross di Mario Rui. Al minuto 35' Criscito rischia rigore su Pizzi, poi i minuti finali segnano una reazione azzurro: prima il tiro al volo di Jorginho (41'), poi una buona combinazione a destra Chiesa-Zaza, con la punta torinista murata al tiro. La ripresa comincia malissimo: bastano tre minuti, Caldara perde palla sulla trequarti e Bruma si trova lanciato nel vuoto azzurro fino al limite dell'area, dove cambia gioco per Andrè Silva che stoppa guarda e batte Donnarumma di sinistro. L'Italia va in soggezione, Bernardo Silva al 9' sfiora il raddoppio con un gran sinistro che Donnarumma toglie dall'incrocio. Mancini prova la scossa con Berardi al posto di Immobile e subito si rivede Chiesa con un sinistro dal limite, largo. E' ancora il Portogallo pero' ad andare vicino al gol, una ripartenza che Pizzi chiude bene con un sinistro sul palo opposto trovando la mano di Donnarumma (23'). Dentro Emerson per Criscito per dare spinta sulla fascia, poi Belotti per Cristante per un 4-2-4 offensivissimo e in mezzo Zaza di testa sfiora la traversa. Ma l'immagine finale è quella di Bonaventura che perde palla in attacco e Renato Sanches sul ribaltamento che è murato ancora da Donnarumma, a una manciata di minuti dal fischio che sancisce una sconfitta durissima.

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