Il sogno di conquistare il Gp di casa è rinviato, e il verdetto di Monza rischia di creare uno spartiacque nella stagione della Ferrari. La testa del Mondiale si allontana e ci sono nuvole sullo "spogliatoio" della rossa dopo il duello perso con la Mercedes. «Noi assumiamo piloti, non maggiordomi», ha puntualizzato il team principal Maurizio Arrivabene, spiegando che «sarebbe stato impossibile e pericoloso» dare in partenza ordini di scuderia come quelli disposti dalla Mercedes a Valtteri Bottas per assistere Lewis Hamilton nella rimonta. Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel hanno corso ognuno per sé sin dal via, e alla fine il secondo posto del finlandese non cancella la sensazione di aver sprecato un’occasione dopo aver piazzato due monoposto in prima fila in qualifica. Il più nervoso alla fine è Vettel, costretto a ripartire dal fondo per il contatto alla seconda chicane del primo giro con Hamilton. "Lewis non mi ha lasciato spazio e la mia macchina si è distrutta, poi ho provato a fare il massimo ma la gara era compromessa», ha spiegato il tedesco, che prima in partenza si era trovato chiusa la strada anche da Raikkonen, proprio per il "liberi tutti" previsto dalla scuderia di Maranello. Ora Vettel deve recuperare non più 17 ma 30 punti a Hamilton ("Un bel distacco ma c'è margine di recupero") e nelle prossime gare si capirà se cambierà la strategia. Intanto Raikkonen si rammarica per il successo sfumato a causa di gomme deteriorate troppo in fretta. «E' stato un problema di assetto, così non ho potuto più combattere, ci ho provato ma era impossibile», l'analisi del finlandese, che ha conquistato il 100mo podio e lascia Monza con la stessa incertezza sul proprio futuro con cui era arrivato. Nei rumor di mercato è sempre caldo il nome di Charles Leclerc, pilota dell’Alfa Romeo Sauber, scuderia 'satellitè, a cui fra l’altro ha fatto visita in mattinata il presidente John Elkann (ripartito senza commentare l’esito della gara), a Monza anche per introdurre nel circus i due eredi di Sergio Marchionne, il nuovo ad di Maranello, Louis Camilleri, e quello di Fca, Michael Manley, che fra l’altro non si conoscevano. Elkann prima ha incontrato il team Ferrari con Camilleri e Arrivabene, poi ha visto Chase Carey, presidente e Ceo di Formula 1, quindi ha avuto assieme all’ad un vertice con il presidente della Fia, Jean Todt, e quello dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, un vertice per riprendere il filo del dialogo sul futuro della F1, che era in mano a Marchionne. Quindi c'è stata la visita in Sauber con Manley e un incontro con i vertici della Mercedes, unico momento pacifico di una giornata da battaglia con i rivali tedeschi.