Lo US Open 2018 parte col botto: subito fuori la numero 1 del mondo. Simona Halep, dopo l’ottimo percorso tra Montreal e Cincinnati e un ottimo bottino di 17 vittorie nelle ultime 19 partite, è stata travolta da Kaia Kanepi che conferma una volta di più il background di mina vagante pericolosissima per le top-10. La ex numero 15 del mondo, al momento appena dentro la top-50, ha vissuto una delle sue giornate migliori tenendo a battesimo il nuovo Louis Armstrong con un netto 6-2 6-4 a una rumena in difficoltà fin dai primi scambi. La potenza dell’estone ha prevalso contro la scarsa reattività di una Halep che ha pagato in maniera molto pesante il non avere ritmo nella fase iniziale dell’incontro. La differenza, oggi, è maturata tutta nei primi 6 game quando Kanepi non trovava resistenza al suo gioco e lasciava andare il braccio liberamente, lasciando spesso ferma l’avversaria che non aveva soluzioni da proporre e non aveva a supporto una prima di servizio efficace. La risalita, probabilmente, sarebbe passata da quel colpo e qualcosa si è intravisto quando sull’1-5 è stata chiamata a spezzare una serie di 5 game consecutivi persi. Più precisione, più convinzione, più efficacia nei colpi successivi. Sarebbe servito però anche un calo della sua avversaria che senza avvertire quella pressione alle volte fatale nella sua carriera, ha chiuso il set a zero e ha ripreso nel secondo set da dove aveva lasciato volando immediatamente sul nuovo doppio break di vantaggio. Kanepi, la miglio versione, è questa. Capace di proporre un tennis veramente efficace ma senza mai darle vera continuità. Un gioco che fa paura a tante, soprattutto se sono più simili come caratteristiche a una Halep piuttosto che a una col tennis impostato per dominare gli scambi e basare i punti su un 1-2 veloce per 2 ore. Simona questo non lo può fare: per quanto sia migliorata, per quanto possa mostrarsi più offensiva, la sua natura è sempre quella di chi deve macinare gioco per proporsi offensivamente e le soluzioni rapide sono sempre un rischio da calcolare. Se la sua avversaria, poi, riesce nell’impresa di piazzare le palle alla peggio a 20 centimetri dalla linea di fondo, la partita diventa estremamente difficile. Sul 6-2 3-0 c’è stato il primo calo dell’estone, con Halep che ha provato a risalire anche coi nervi e dare una reazione a uno stato di grande difficoltà. Sul 4-3, Kanepi ha pagato carissimo la tensione che l’ha divorata tra prime che non entravano e colpi senza più spinta col corpo ma solo forza. A ricambiare tutto c’ha pensato un nuovo, inaspettato, brutto turno di battuta della sua avversaria salita 40-15 ma che da lì in poi non ha più messo una prima e si è lasciata nuovamente travolgere dalla potenza della sua avversaria che ha giocato a braccio sciolto i 2 punti fino al 40-40 colpendola sistematicamente sul rovescio e ha poi raccolto la seconda palla break con una delicata voleè smorzata. Al servizio per il match non ha tremato, chiudendo una delle vittorie più belle della sua carriera.