Il dopo-CR7 e Zinedine Zidane inizia nel peggiore dei modi e con una sconfitta per il Real Madrid, superato 4-2, dopo i tempi supplementari, dai cugini dell'Atletico nella finale di Supercoppa disputata a Tallinn, in Estonia.
Per i colchoneros si tratta del terzo successo in questa competizione e, fatto unico, l'Atletico, detentore dell'Europa League, è l'unica squadra negli ultimi 10 anni ad aver battuto la squadra vincitrice della Champions (accadde nel 2010 con l'Inter e nel 2012 col Chelsea).
Un successo alla fine meritato e sudato, anche se il Real, che pure era andato sotto dopo neppure un minuto ma era riuscito a fare il sorpasso, se le deve prendere solo con sè stesso per degli errori difensivi non da squadra regina d'Europa.
Il pareggio, quando mancavano poco più di 10' alla fine, ha lasciato storditi i ragazzi di Lopetegui che hanno incassato l'uno-due nel primo supplementare (Saul 98' e Koke 104'), frutto di strafalcioni di tutto il reparto difensivo. Partita bella e vibrante, nonostante si sia ancora a inizio stagione, che ha premiato la squadra più caparbia e fisica, aggettivi cari a Simeone ancora squalificato e in tribuna, rispetto ad un Real, a tratti veramente bello e meno scontato nel gioco dopo la partenza di C.Ronaldo ma che si è spento dopo un'ora.
Lopetegui sceglie inizialmente la squadra fisicamente più pronta e non figlia del mercato, così Modric e Courtois iniziano dalla panchina (solo il secondo entrerà dopo un'ora), a favore di un tridente Asensio-Benzema-Bale. Di contro, il 'Cholo' opta per il classico 4-4-2, con il nuovo Lemar esterno destro e Gelson Martins in panchina.
Rispetto alla gestione Zidane e senza più la 'calamita' CR7, il Real (finchè le gambe reggono) gioca paradossalmente meglio, con i tanti trequartisti che non danno riferimenti alla difesa avversaria. Dopo essere andato subito avanti (grazie a un'intuizione di D.Costa che si porta avanti la palla di testa, brucia Varane e infila tra palo e portiere) l'Atletico non crea più per tutto il primo tempo occasioni serie davanti a Keylor Navas.
Il Real non si scompone, crea gioco e raggiunge meritatamente prima il pari (grazie ad un assist al bacio di Bale che Benzema trasforma in oro) e poi il vantaggio per un rigore sacrosante (trasformato da Ramos) dopo un fallo di mano di Godin. Sembrerebbe fatta, anche perchè Lopetegui manda in campo Modric per un esausto Asensio ma al 34' ancora un caparbio Diego Costa approfitta testardamente di un errato disimpegno blancos e servito da Correa la mette dentro.
Lì finisce la partita del Real e inizia il trionfo dell'Atletico che nel giro di 6 minuti nel primo supplementare chiude la pratica, sempre grazie al pressing di uno straripante Diego Costa che mette pressione ai difensori blancos: così ad approfittarne è prima Saul con uno strepitoso sinistro sotto la traversa e poi Koke, con una palla all'angolino basso che apre nel peggiore dei modi il post-epopea CR7.
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