Geraint Thomas trionfa sotto l’Arco di Trionfo, a Parigi, conquistando la prima corsa di tre settimane in una carriera fatta di grandi successi a cronometro. E' il secondo specialista delle sfide contro il tempo dell’era moderna a indossare definitivamente la maglia gialla, ma anche il primo successo di un gallese e il sesto del Team Sky dal 2012 a oggi: Bladley Wiggins, Chris Froome e appunto Thomas hanno messo le mani sul Tour, indossando la stessa maglia da esponenti del Regno Unito.
Il solo Vincenzo Nibali, nel 2014, riuscì a interrompere l’egemonia del colosso inglese, che ha dominato questa 105/a edizione della Grande boucle e piazzato anche Froome sul terzo gradino del podio, preceduto dall’olandese Tom Dumoulin. Fra i due si sono invertiti i piazzamenti rispetto all’ultimo Giro d’Italia, vinto da Froome sull'olandese.
Thomas, negli ultimi anni, ha lavorato per trasformarsi da pistard in specialista delle grandi corse a tappe: non a caso l'anno scorso il Team Sky lo schierò come uomo di punta della squadra, mettendogli al fianco uno scalatore del calibro dello spagnolo Mikel Landa, per tentare l’assalto alla corsa rosa. Il piano era perfetto e avrebbe prodotto gli effetti sperati se Thomas non fosse finito sull'asfalto con Landa ai piedi della tappa che portava sul Blockhaus, dopo un contatto con una moto della Polstrada.
Quel giorno vinse Quintana in solitaria, che staccò tutti e mise le mani sul Giro che poi avrebbe vinto Dumoulin, davanti a lui e Nibali. Thomas si rialzò e dimostrò la propria forza, scalando il Blockhaus allo stesso ritmo di Quintana ma, nei giorni successivi, si ritirò, vinto dalle ferite e dalla sofferenza. In questo Tour, invece, al gallese è andato tutto bene: due tappe vinte, di cui una sulla mitica salita dell’Alpe d’Huez, nemmeno una foratura, nessuna cadute. Insomma, niente di negativo. Solo fughe per la vittoria, discese a tutta e risalite. La sua maglia gialla, anche per il lavoro della squadra, non è mai stata in dubbio. «Solo adesso mi rendo conto di quello che ho fatto - le parole del gallese, ieri in lacrime dopo la fine della cronometro - nei prossimi giorni realizzerò. Che dire? La mia felicità è inspiegabile».
La 21/a e ultima tappa è andata al norvegese Alexander Kristoff, che è sfrecciato a Parigi e ha dato un senso al proprio Tour. La Movistar davanti alla Bahrain-Merida dello sfortunatissimo Nibali ha vinto la classifica a squadra, Alaphilippe la maglia a pois di miglior scalatore, Sagan quella verde della classifica a punti e Latour quella bianco di miglior giovane.
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