La Giorgi sparapalle e stop sembra non esistere più. Finalmente. Camila è diventata grande e non è più soltanto quella giovane che tira senza pensare. Questo lato del suo gioco rimarrà sempre, ma Camila adesso lo sa controllare. Ed il premio per questa sua maturità sono i quarti di finale di Wimbledon. Un risultato che forse Camila doveva avere raggiunto già qualche anno fa, ben prima delle 26 primavere di adesso, visto il suo talento sull’erba, ma a questo punto poco importa. Era dal 2009 che un’italiana non arrivava ai quarti di finale a Londra: l’ultima a riuscirci fu Francesca Schiavone, che poi perse in due set contro Elena Dementieva. Adesso Camila ha la certezza di entrare tra le prime 40 giocatrici del mondo, e forse, chissà, ancora non è finita
La tennista marchigiana ha battuto la russa Ekaterina Makarova in due set, 6-3 6-4, e vola tra le migliori otto dei Championships. Ad attenderla ci sarà Serena Williams, l’Everest su questa superficie, anche a 37 anni, anche da mamma, anche con una pressochè totale inattività da un sacco di tempo.
L’italiana, contro la mancina Ekaterina, ha giocato un match veramente solido, concentrato, soprattutto al servizio, davvero miglioratissimo in assoluto (molti, molti meno doppi falli), soprattutto se paragonato all’ultimo turno. La Giorgi e la Makarova hanno fatto praticamente partita pari fino al 4-3 del primo set, dopo essersi brekkate a vicenda nel giro di due turni di servizi. Da lì, c’è stato l’allungo decisivo di Camila.
Prima ha strappato ancora una volta il servizio alla russa, poi ha chiuso il set 6-3. Per tutto il set, però, è stata l’azzurra a tenere il pallino del gioco, con la Makarova che subito quasi passivamente l’iniziativa di Camila. Nel secondo set la Giorgi è quasi subito scappata via per mantenere poi il break conquistato fino alla fine, dove ci sono voluti quattro match point per vincere. Per la Giorgi si tratta del primo quarto di finale in un torneo dello slam. In precedenza, a sbarrarle la strada erano state la Vinci, agli Us Open, e la Radwanska, a Wimbledon. Questa volta, invece, missione compiuta. E sognare non è più vietato.
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