Che il tempo passa per tutti è persino un’ovvietà, ma a confermare la regola c'è sempre un’eccezione: si chiama Gianluigi Buffon. «A 40 anni, posso dimostrare di essere ancora grande: e lo dimostrerò», dice il campione, ancora affamato di calcio e vittorie, accolto questo pomeriggio come il Re Sole al Parco dei Principi di Parigi per la conferenza stampa di presentazione dopo l’ingaggio di un anno al Paris-Saint Germain (Psg). Una data carica di significato.
Fu esattamente dodici anni fa, il 9 luglio 2006, che il portiere ex di Parma e Juve trionfò con gli azzurri Berlino. «Quello - racconta all’Ansa prima di prestarsi ai fotografi imbracciando la nuova maglia sul prato del Parc des Princes - fu il giorno più bello della mia vita calcistica. Ma se mi avessero detto che 12 anni dopo sarei stato qui, non ci avrei creduto un secondo. E' la bellezza della vita».
Quanto a un possibile arrivo di Ronaldo alla Juventus, Buffon si mostra positivo: «Se questo trasferimento si concretizza, sono felice per la società e per i tifosi», dice ai microfoni di Sky, ma una finale di Champions Psg-Juve «sarebbe davvero troppo!». Poco prima, mentre fuori dallo stadio centinaia di tifosi inneggiavano al suo arrivo, Buffon - accompagnato dalla compagna Ilaria d’Amico e dai figli - spiegava di cominciare questa nuova avventura in Ligue1 «con l’entusiasmo di un ragazzo». Ipotesi impensabile fino a pochi mesi fa. La chiamata del Psg - ha spiegato - «è stata una sorpresa di inizio maggio, ed è stata una sorpresa molto gradita, perché stavo già programmando un altro tipo di futuro». Certo, ha aggiunto, «la carta d’identità non tradisce, l’età è quella, ma penso anche che uno debba seguire l’energia e l’entusiasmo che ha dentro, le risposte che ottiene dal corpo nel momento in cui si allena e gioca».
Una scelta resa possibile anche all’opera di convincimento dell’ex compagno di squadra e amico Blaise Matuidi: «Lui mi ha incitato a venire. Mi ha detto 'Gigi a Parigi c'è bisogno di una persona come te e sono sicuro che ti troverai molto benè. Sapendo quanto mi stimi, credo fosse un pensiero sincero, al quale ho dato ascolto». Quanto al nuovo compagno di squadra, il brasiliano Neymar, «credo che un campione come lui, da una delusione come quella del Mondiale, possa arrivare qui a Parigi con una rabbia agonistica e con un desiderio di rivincita incredibile. E di tutto questo gioveranno i suoi compagni e il Psg».
Pronostici per la finalissima di Mosca? «Credo che la Francia arriverà in fondo perché a un grandissimo Ct, che ho la fortuna di aver avuto come allenatore alla Juve, e poi è una squadra di un talento e di una classe incredibile. E quindi penso chela Francia sia la più seria candidata a vincere questo Mondiale, visto che il Brasile è uscito, che per me era favorito». A condizione che gli italiani non «gufino». «Quando gli italiani si mettono a gufare - ha avvertito ironicamente Buffon - viene fuori un disastro».
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