Sarà in campo alle 13 e tutta Palermo, o meglio tutta Italia, sarà con lui. Nel frattempo il 25enne Marco Cecchinato si gode il momento e si toglie anche qualche piccola soddisfazione. Come quella di incontrare il suo idolo da ragazzo, quel Marat Safin, ex n.1 del mondo che oggi sarà in tribuna sul Philippe Chatrier per assistere alla sfida con Dominic Thiem. "Sono rimasto impressionato dal gioco di Marco, contro Djokovic era la prima volta che lo vedevo e non pensavo fosse così forte - ha detto Safin - Nel quarto set c'è stato un momento in cui sembrava poter perdere, ma in quel frangente ha mostrato grande forza. In semifinale credo che possa creare qualche problema a Thiem, hanno un modo di giocare simile ma il carattere è diverso". Incredibile ma vero il tennista palermitano giocherà la semifinale di un torneo del Grande Slam. Impensabile pochi giorni fa, pura fantascienza a fine marzo quando Marco perdeva contro l'argentino Guido Andreozzi nel Challenger di Marbella. Tutto è cambiato qualche settimana dopo a Budapest, un torneo a cui nemmeno avrebbe dovuto prendere parte avendo perso nell'ultimo turno delle qualificazioni. Poi il ripescaggio come "lucky loser", le vittorie in rimonta contro Struff e Seppi e il successo in finale contro l'australiano Millman. Una maggiore consapevolezza dei propri mezzi, i notevoli miglioramenti con il rovescio trasformato da punto debole ad arma decisiva e questo incredibile Roland Garros. Anche qui un torneo che ha rischiato di terminare subito, sotto di due set a zero contro Marius Copil al primo turno, poi le vittorie da campione contro Carreno Busta, Goffin e infine Djokovic. Ora c'è Dominic Thiem, una sfida forse ancora più difficile rispetto a quella contro il serbo, vuoi perché l'austriaco è oggi il miglior tennista sulla terra battuta dopo l'inavvicinabile Nadal, vuoi perché "Ceck" dovrà essere bravo a gestire la valanga di attenzione mediatica che lo ha travolto negli ultimi due giorni. In palio c'è un posto in finale che l'Italia del tennis maschile non vede dal 1976, anno del trionfo di Adriano Panatta proprio a Parigi. Quarantadue anni dopo a provarci è Marco Cecchinato da Palermo. "È come vivere un sogno" ha detto dopo il match point contro Djokovic. Invece è tutto meravigliosamente vero.