A parti invertite, la sfida nella sfida fra Simon Yates e Chris Froome ha prodotto distacchi assai più consistenti dello spigoloso Zoncolan. Ieri la maglia rosa - oggi al terzo acuto, dopo quelli sul Gran Sasso e sul muro di Osimo (Ancona) - aveva perso 6" dal rivale; oggi gli ha inflitto 1'32» di distacco, allontanandolo forse definitivamente dal trono del 101/o Giro d’Italia di ciclismo.
La 15/a tappa odierna, disputata tra il Friuli e il Veneto, da Tolmezzo a Sappada attraverso la provincia di Belluno, è stata molto più feconda di quella che ieri si è conclusa sul "Kaiser della Carnia". Ma non solo: le Dolomiti hanno bocciato definitivamente Fabio Aru, che si è staccato alla prima occasione (mancavano ancora 65 chilometri dall’arrivo) e, ogni volta che la strada si incrinava un pò, si piantava letteralmente sui pedali, palesando una condizione assai approssimativa. Ieri l’aperitivo di un possibile fallimento, oggi la conferma che il campione italiano in carica non è per nulla competitivo. A 28 anni, in una fase assai delicata della propria carriera, Aru è la bruttissima copia del corridore in grado di dare spettacolo al Giro come al Tour, indossando sia la maglia rosa che quella gialla della corsa francese. Ci si chiede quando potrà tornare su livelli accettabili. E, soprattutto, in che modo.
Questo Giro d’Italia a eliminazione, in una giornata che si preannunciava meno complicata di ieri, per il resto, ha messo a dura prova la resistenza (e la consistenza atletica) di Tom Dumoulin: anche lui, negli ultimi chilometri, si è staccato dal gruppetto degli inseguitori di Yates - Froome era già parecchio indietro rispetto agli altri big - salvo poi recuperare nel finale e piazzarsi addirittura al terzo posto nell’ordine d’arrivo, alle spalle di Miguel Angel Lopez e della maglia rosa. Dumoulin ha limitato a 41", oltre ai 6» di abbuono, il ritardo da Yates, che ha fatto di tutto per infliggergli un distacco importante in vista della cronometro di martedì, nella quale il 'Tulipano volantè è il primo favorito. Stando ai valori attuali, ci vorrà un Dumoulin davvero super per sfilare la maglia di leader all’inglese.
Alle spalle di Yates sono rimasti Pinot, Pozzovivo, Dumoulin, Miguel Angel Lopez e Carapaz che, senza quasi mai trovare un briciolo di accordo, sono comunque andati a tutta. Pur vedendosi staccare da una maglia rosa in vena di prodezze, il gruppetto ha comunque limitato i danni. In più occasioni è stato proprio Dumoulin, secondo logica, a inseguire Yates, mentre Pinot e lo stesso Pozzovivo hanno provato l’azione solitaria, senza però riuscire a creare il vuoto. Poco propizia la strategia della Bahrain-Merida, squadra nella quale Giovanni Visconti sembra correre da separato in casa. Un esempio? Come mai ha tentato l'azione solitaria, anziché aiutare il proprio capitano Pozzovivo nella fase cruciale della corsa? Domande che si perdono in alta quota.
Resta un fatto: il lucano, che al Tour darà una mano a Vincenzo Nibali, sta disputando un grande Giro, come conferma il terzo posto nella generale alle spalle di Yates e Dumoulin. "Pozzo" perderà nella cronometro, ma avrà sempre le successive tappe di montagna per riprovarci. In ogni caso, l’Italia del ciclismo in questo momento è nelle sue gambe e pedala con questo ragazzo di 35 anni. Non con Aru e neppure con Formolo, che dovrebbero rappresentare il futuro e invece sono staccatissimi dalle posizioni di contano. Domani riposo per tutti e martedì sfida contro il tempo, con l'uno-contro-uno fra Yates e Dumoulin, da Trento a Rovereto, da dentro o fuori. A quel punto, i verdetti saranno quasi definitivi. E manca ancora la "Cima Coppi".
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