Il piccolo Diavolo ha resistito un tempo alla Juve padrona, finendo poi in ginocchio per consegnarle la quarta Coppa Italia consecutiva, la tredicesima della storia bianconera. Un altro primato firmato Massimiliano Allegri, che tra pochi giorni, sempre all'Olimpico contro la Roma, potrà festeggiare probabilmente anche il quarto scudetto, settimo di fila per la formazione bianconera.
Questa Coppa Italia è la prima alzata da titolare da Gigi Buffon, probabilmente l'ultima, cui ha contribuito con le sue parate. Nella porta rossonera c'era il suo presunto erede in azzurro, Gigio Donnarumma, determinante invece con i propri errori ad affossare i suoi nell'umiliante 4-0 finale.
Bruttissima serata per Rino Gattuso, Bonucci e i tifosi rossoneri, generosi nel sostenere la squadra fino alla fine. Ora il Milan dovrà rialzarsi in fretta per cercare di conquistare almeno l'Europa League. Poco da dire sulla Juventus. Superiore in tutto, appena ha avuto un minimo spazio l'ha sfruttato. Pjanic, Dybala, Douglas Costa e Benatia hanno illuminato la finale, prendendosi la coppa in un manciata di minuti nel secondo tempo.
Gattuso ha schierato la formazione tipo, ad eccezione di Locatelli al posto di Biglia, e nel ruolo di centravanti ha dato fiducia a Cutrone, assistito nel tridente offensivo da Suso e Chanoglu.
Allegri ha preferito in avanti Mandukic a Higuain, assistito da Douglas Costa e Dybala. Centrocampo classico, con Khedia, Pjanic e Matuidi e in difesa Cuadrado a destra. In porta, Buffon, alla sua prima finale di Coppa Italia da quando è bianconero.
"Primo, non prenderle" è stato il pensiero di Gattuso, che ha schierato la squadra molto coperta, tutta ad attendere la Juve per cercare le folate di Calhanoglu o una invenzione di Suso. All'8' una triangolazione con il turco ha messo Cutrone a tu per tu con Buffon, che ha respinto senza problemi un tiro forte ma centrale. Alla mezz'ora, ancora il n.1 azzurro ha deviato in corner un tiro di Suso.
La Juve, più pericolosa a destra con Cuadrado, ha mantenuto il controllo del gioco, ma la sua prima occasione è capitata solo al 33', quando Dybala ha chiamato in causa Donnarumma, poco più tardi graziato da Mandukic che aveva deviato di testa un cross di Cuadrado. Primo tempo non bello, con tanti errori da entrambe le parti e chiuso con una piccola polemica tra i rossoneri e l'arbitro Damato, 'reo' aver fischiato la fine su un brutto fallo di Benatia su Calhanoglu, obbligando Gattuso a entrare in campo per indirizzare i suoi negli spogliatoi.
Da dove il Milan è sembrato uscire più pimpante e reattivo, senza sapere però cosa l'aspettava. Al 5' Bonaventura è sfuggito a Cuadrado ma il suo insidioso traversone dal fondo non è stato raccolto da nessun compagno.
Il pericolo ha risvegliato la Juve e i suoi campioni, che hanno accentuato la pressione. Dybala ha alzato il ritmo e il livello delle giocate, facendo spaventare due volte Donnarumma e su un conseguente corner Benatia all'11' ha trovato di testa la rete del vantaggio.
Il Milan ha accusato il colpo, più del dovuto, perdendo ogni equilibrio. Al 16' la Juve ha raddoppiato, con un potente tiro di Douglas Costa, che ha piegato le mani a Donnarumma. Gattuso ha sostituito Cutrone con Kalinic, ma 2' dopo la Juve ha fatti tris per un erroraccio del portiere rossonero.
Su un colpo di testa non difficile di Kalinic, ha mancato la presa e Benatia in agguato non lo ha perdonato. Partita archiviata al 19' e l'autogol di Kalinic al 31' ha solo arrotondato un risultato più che eloquente. Chi diceva che Juve e Milan finiva sempre ai rigori? Con questa Juve non sarebbe potuto accadere. "Grazie ragazzi", il coro della curva bianconera prima della premiazione. E grazie forse è poco.
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