Domenica 17 Novembre 2024

L'Italia riparte da Di Biagio: "Mi sento ct a tutti gli effetti, Buffon continuerà per due o tre partite"

L'allenatore della Nazionale Italiana di calcio Luigi Di Biagio

ROMA. La prima Italia dopo il crac Mondiale porta il timbro di Gigi Di Biagio. Ct traghettatore per tutti, ct a pieno titolo nelle sue intenzioni. Che guardano oltre le due partite di marzo per le quali la Figc gli ha affidato la nazionale. «Chiamatemi anche traghettatore, ma io mi sento un ct a pieno titolo. E voglio mettere in difficoltà la federazione», dice l’ex centrocampista del Foggia di Zeman e della nazionale, dallo stage di Coverciano Al suo primo giorno da guida della nazionale, Di Biagio racconta che per le amichevoli contro Inghilterra e Argentina tornerà Buffon, che le porte per Balotelli non sono chiuse, che il futuro è dei giovani. Ma soprattutto che ha intenzione di giocarsi tutte le sue carte anche per andare oltre il doppio impegno di marzo. «Chiamatemi come volete, anche traghettatore, è l’ultimo dei miei problemi - sorride Di Biagio nel primo giorno di stage a Coverciano - E comunque oggi sono qui da commissario tecnico per fare qualcosa di buono per questa squadra e questi ragazzi, per aiutare la nazionale a ripartire». Una sfida che lo intriga al di là di tutto, per la quale si sente pronto: «So benissimo qual è adesso il mio ruolo, sono realista ma pure ambizioso. E l’esperienza non mi manca, ho fatto tre trienni con l’Under 21 convocando 150 giocatori, conosco l’80% dei ragazzi che faranno parte del nuovo ciclo. Nella mia testa - sorride - c'è la voglia di mettere in difficoltà i vertici federali anche se le priorità ora sono altre, su tutte il rilancio del calcio italiano». Al riguardo Di Biagio mostra grande fiducia «perché ci sono tanti giovani di talento in grado di assicurare il ricambio: certo, l’esempio della Spagna insegna che i giovani dovrebbe giocare in modo stabile in prima squadra facendo pure le coppe europee. E’ questo l’ultimo step che qui da noi manca, oltre al fatto che dovremmo cercare di far giocare di più gli italiani e trovare una soluzione, magari le squadre B di cui si parla ormai da anni, per gestire il passaggio tra Primavera e prima squadra». Nell’attesa c'è chi si sta mettendo in luce e a suo avviso ha tutto per fare già parte della Nazionale maggiore, a partire da Federico Chiesa, uno dei 23 convocati per questo stage: «Lui è tra quelli in rampa di lancio al quale l’Italia deve pensare per ripartire». L’esterno della Fiorentina non è il solo: «Ce ne sono almeno 4-5 già pronti. Quanto succede al Milan ad esempio è un punto a favore della Nazionale, penso a Cutrone, Romagnoli, Calabria. Senza contare che il mio amico Gattuso sta dimostrando che Bonucci può giocare pure in una difesa a quattro, lo schieramento che prediligo anche se sono aperto a più soluzioni». In mezzo a tanta gioventù Di Biagio non dimentica i "senatori" che tanto hanno dato al calcio italiano: «Ho parlato con alcuni di loro, compreso Buffon, per capire le loro intenzioni. Per me non è giusto che un giocatore importante come Gigi, con la sua storia e il suo prestigio, smetta con la Svezia. Gli ho proposto allora di fare almeno ancora due o tre partite per poi prendere una decisione più avanti, a giugno. Quindi con ogni probabilità lui farà parte della spedizione di marzo, come anche Chiellini. Mentre non ci saranno Barzagli che mi ha confermato di voler lasciare e De Rossi che ha qualche problema». Dunque Buffon continua: «E quando purtroppo lui smetterà avremo comunque le spalle coperte per 20 anni - dice il ct - Ci sono Donnarumma, Meret, Perin». Quanto a Mario Balotelli «lo seguo costantemente, valuteremo al momento delle convocazioni di marzo, per ora non abbiamo preso alcuna decisione, non possiamo dire se verrà o no. Comunque non ho preclusioni e non chiudo la porta a nessuno. Ora però la missione è riportare entusiasmo. Ai tifosi dico: seguiteci con curiosità, è un momento difficile ma proprio per questo dobbiamo ricreare quel senso di appartenenza che nella gente, dopo il 13 novembre scorso, è un pò scemato».

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