MILANO. Il Pordenone capitola solo ai rigori, a un passo dall'impresa si arrende alla fortuna nella serata più nera della nuova Inter che scrive il suo diario degli errori, tutti in una sola sera e in un'unica partita. Niente pero' e' impossibile nel calcio: il Pordenone accarezza il sogno ma - di certo - ha capito come - a volte - una serata possa addirittura cambiare una storia, la propria, lunga 194 anni. Un quasi miracolo dei 'piccoli' della Lega Pro, capaci di inchiodare l'Inter sullo 0-0 per 120' per alzare bandiera bianca solo alla fine di una infinita battaglia. Il Pordenone sfiora il gol in piu' occasioni, mette alle corde i famosi colleghi e infligge una pesante umiliazione alla squadra del Triplete, come forse Luciano Spalletti temeva alla vigilia. Il tecnico manda in campo i 'desaparecidos' che difettano di precisione e di qualità, condannandosi alla classica figuraccia e che incappano in una sonora bocciatura. Il tecnico - per capire meglio le potenzialità della rosa - manda in campo le seconde linee alle quali finora aveva dato poche chance, dimostrando di vederci lungo. E quella che doveva essere poco più di una pratica da sbrigare si tramuta in incubo gelido e nebbioso, come l'atmosfera a San Siro. Onore agli avversari che ai miracoli ci credono e lo sanno dimostrare in campo, ordinati e composti, presenti e attenti, imbrigliando e respingendo le sortite in avanti dell'Inter che sbaglia, spreca e sciupa con ingiustificabile approssimazione e leggerezza. A partita in corso entrano i titolarissimi ma, forse assillati dalla paura e dall'ansia, riescono a sbagliare l'impossibile, incapaci di raddrizzare una partita davanti agli increduli e festanti tifosi del Pordenone, arrivati in 4000 a Milano. Il primo tempo è equilibrato, il Pordenone lotta e difende con ordine e sfiorando il gol con il palo colpito da Magnaghi. Vuole dire la sua e quando la difesa va in affanno ci pensa un ottimo Perilli. La manovra dell'Inter, invece, è lenta e poco fluida. La prima conclusione è di Eder che al 4' impegna Perilli, pronto a deviare in angolo. Si fa vedere Berrettoni ma il suo tiro debole termina a lato. Karamoh sbaglia ogni chance concessa. Pinamonti non entra mai in partita e con il passare dei minuti il Pordenone prende coraggio: al 30' Formiconi non impatta di un soffio un ottimo cross. Un minuto più tardi San Siro si ammutolisce: tiro dalla distanza di Magnaghi che si infrange sul palo grazie ad una deviazione di Padelli. Al 43' ennesima occasione, clamorosa, sciupata da Karamoh. Nella ripresa Spalletti richiama Pinamonti per Brozovic ma il croato non incide. Più pericoloso il Pordenone: al 9' Sain Maza va vicino al gol con un diagonale rasoterra. Ci riprova ancora al 21' e il gol non arriva di un soffio. All'ennesimo errore di Karamoh, Spalletti lo sostituisce con Perisic. Ad ogni tentativo dei nerazzurri, Perilli si fa trovare pronto. Spalletti si gioca il tutto per tutto e, a dieci minuti dalla fine, inserisce Icardi. Ma non basta a scongiurare i supplementari. Nel primo tempo extratime, è lo stesso Icardi a sprecare, poi all'8' Eder cade in area e chiede il calcio di rigore ma Sacchi fa proseguire. E' un arrembaggio nerazzurro ma la porta del Podernone è stregata. Il secondo tempo supplementare ha poco da raccontare se non che saranno i rigori a decidere la sfida. Dal dischetto sbagliano Misuraca, Skriniar, Lulli, Gagliardini e Parodi, decide Nagatomo freddo e implacabile che dopo una prova positiva regala anche i quarti all'Inter.