ARESE. Eccola l’Alfa Romeo che, nella prossima stagione, correrà in Formula 1, grazie alla collaborazione con la Sauber. Scoprono il velo, nello storico museo di Arese, il francese Charles Leclerc e lo svedese Marcus Ericsson. «Sono loro i piloti di Alfa Romeo Sauber F1 team», annuncia Sergio Marchionne, ad di Fca, agli oltre 200 giornalisti arrivati da tutto il mondo.
«E' un evento storico. Oggi ridiamo ad Alfa Romeo - sottolinea il manager - il palcoscenico che le spetta, riportando il mito Alfa nelle corse e la F1 ritrova un marchio storico. E’ un momento speciale non solo per noi, ma anche per il Paese».
«Siamo orgogliosi che Alfa Romeo abbia scelto di lavorare con noi», aggiunge Pascal Picci, presidente di Sauber Holding. Ad Arese ci sono il presidente John Elkann con la moglie Lavinia Borromeo e il fratello Lapo, il responsabile di Fca in Europa Alfredo Altavilla. Il parterre è ricco di nomi illustri dello sport a partire dal numero uno della Fia Jean Todt e dal ceo di Liberty Media, Chasey Carey, ma anche ex piloti come Patrese, Larini, De Adamich, Capelli e Giacomelli.
Marchionne ci tiene a chiarire che la possibilità che Ferrari lasci in futuro il circus «non è un bluff, ma una minaccia seria». «Il dialogo è cominciato - spiega - e continua a evolversi. Abbiamo tempo fino al 2020 per trovare una soluzione che sia di beneficio alla Ferrari. Non è un caso che l'accordo di Alfa Romeo con Sauber scada nel 2020/21, quando Ferrari potrebbe uscire dalla F1».
Un messaggio chiaro a Liberty Media che dal 2016 gestisce il campionato automobilistico, ma il tono però è garbato. Non è il momento delle polemiche. «Le differenze di opinioni con la Fia non sono poche, ma bisogna trovare una soluzione per il bene dello sport», sottolinea.
Per chi tiferà Marchionne quando l’Alfa Romeo e il Cavallino saranno in pista? «Per il momento tiferò per la Ferrari. Se arriva l’imbarazzo ben venga», scherza il presidente della casa di Maranello. «Volete sapere cosa pensa la Ferrari del ritorno alle corse dell’Alfa? E’ una gran figata», aggiunge. Marchionne non ha ancora deciso se il marchio del Biscione resterà sulle rosse di Maranello, mentre è escluso che il brand possa diventare sponsor della Juventus ("Jeep va alla grande», osserva).
Il manager sottolinea anche la necessità di dare opportunità ai piloti giovani come è avvenuto in passato con Kimi Raikkonen e Felipe Massa. «Si devono guadagnare il diritto di correre in Formula 1. Abbiamo Giovanazzi, è un ragazzo bravo, il tempo arriverà anche per lui. Ha fatto dei progressi enormi», risponde a chi gli chiede se sarà lui il terzo pilota di Alfa Sauber. «Se mi chiedete la possibilità di utilizzare la Ferrari Driver Accademy per far tornare grandi piloti italiani la risposta è sì, ma ci vorrà del tempo. E non andiamo a scegliere i piloti in base alla nazionalità», afferma.
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