ROMA. Napoli e Inter rallentano, la Juve risale dopo lo spavento contro la cenerentola Benevento, la Roma firma la 5/a vittoria fuori casa e sale ancora: sono gli ingredienti della 12ma giornata di Serie A che ha visto anche il rinvio di Lazio-Udinese per il nubifragio abbattutosi sull'Olimpico. E’ stata un giornata di campionato ricca di pathos (e stasera il Milan, in trasferta col Sassuolo, potrà o meno alzarne il livello) e qualche inciampo, come è capitato alle prima e seconda della classe, fermate da un Toro spavaldo e coriaceo e da un Chievo ordinato e da un Sorrentino paratutto. Complice il pari nerazzurro all’ora di pranzo a S.Siro, gli azzurri avevano l’occasione di allungare: le occasioni il Napoli, reduce dalle fatiche europee, le ha avute ma la scarsa lucidità in avanti e un grande portiere hanno fermato la corsa dopo 9 vittorie esterne consecutive. Il Chievo, tornato a fare punti dopo due ko di fila, ci ha anche provato a fare il colpaccio, spaventando con un tiro da 50 metri di Radovanovic Sepe (Reina fuori per infortunio) che si è salvato con un colpo di reni. Dal +2 sull'Inter il vantaggio sull'immediata inseguitrice si assottiglia. Ma per la Juve, staccata ora di appena un punto, la gara contro il Benevento cenerentola d’Europa (al 12mo ko di fila) è stata tutt'altro che semplice. Anzi. Perchè Amato Ciciretti al 19' si inventa una punizione che lascia di stucco Szczesny e ammutolisce lo Stadium. Certo, la sfortuna di mette lo zampino (due legni) ma il Benevento è ordinato e non ha nulla da perdere. A ristabilire le gerarchie ci pensano Higuain (dopo un’ora di gara) e Cuadrado al 65', ma - va detto - oggi la Juve ha faticato, anche se alla fine ha vinto e guadagnato una posizione in classifica, approfittando del rallentamento dell’Inter. Che, alla fine, la sua partita l’ha ripresa, ma avrebbe potuto anche perderla. Merito di un bel Toro che porta via da S.Siro un meritato punto. I nerazzurri hanno certo più da recriminare per le occasioni avute ma i granata possono, dalla loro, rammaricarsi per il vantaggio sfumato a soli 11' dal termine. Una bella partita, davanti a 70mila tifosi che non si sono certamente annoiati e che speravano un un nuovo sorpasso. E' Iago Falque al 59' a portare avanti gli ospiti con una bella conclusione del limite, gli risponde 20' dopo Eder che sfrutta al meglio un assist di Icardi. A 2' dalla fine Vecino fa gridare al gol con una botta dalla distanza ma la palla prende il pieno l'incrocio dei pali e rinvia i sogni di vetta. La partita più divertente della giornata va in scena al Franchi, dove la Roma firma il poker, scopre l’estro di Gerson, anche se soffre in difesa, il reparto più blindato del campionato. Sale a 27 punti e con la gara di Marassi da recuperare, grazie alla doppietta del rinato brasiliano (5' e 30'), che Di Francesco ha 'ricostruitò dopo le comparsate dell’era Spalletti, e ai gol di Manolas (5' st) e Perotti (42' st). Eppure la Viola si era rimessa in gioco due volte raggiungendo il pari con Veretout (9' pt) e Simeone (39' pt). A fermare la Lazio ci ha pensato il nubifragio prepartita e che ha indotto l’arbitro Banti, con una decisione condivisa dai capitani delle due squadre, a rinviare la partita a data da destinarsi (e sarà un bel rebus, visto anche l’ingolfamento del calendario, con i playoff delle nazionali, le coppe europee e, a dicembre, la Tim Cup). Una decisione logica, soprattutto per evitare infortuni ai giocatori (sarà contento anche il ct Ventura che aveva già Immobile a rischio) che ha suscitato qualche mugugno sugli spalti dal momento che lo stop è arrivato a fine nubifragio e quando sembravano esserci le condizioni per disputare il match. In coda, la sfida salvezza alla Sardegna Arena la vince il Cagliari in rimonta (Zuculini 6' pt, Ceppitelli 28' pt, Faragò 40' st): una vittoria che fa rifiatare gli isolani (12 punti) e lascia il Verona penultimo a 6 punti, in compagnia del Genoa che ha oggi esonerato Juric (3/a panchina saltata in A).