ROMA. Vittoria in zona Cesarini per la Lazio, pareggi per Milan e Atalanta. Questi i verdetti del turno di Europa League che lanciano la formazione di Simone Inzaghi ai sedicesimi con due turni di anticipo mentre sempre più in depressione il Milan di Montella, in crisi di risultati. Beffata nel finale l'Atalanta. Nizza-Lazio 0-1 Arriva solo al 92', e grazie a un autogol (dello sfortunato Maxime Le Marchand), ma è comunque pesantissima, la nona vittoria consecutiva della Lazio. Proietta la formazione di Simone Inzaghi ai sedicesimi di Europa League con due turni di anticipo, a punteggio pieno dopo quattro partite e la certezza del primo posto nel Gruppo K. Una promozione giunta al termine di un incontro tutt'altro che bello. Da parte dei padroni di casa, perché la rinuncia in partenza a tanti titolari, per scelta o lievi problemi fisici (vedi Immobile), ha comunque abbassato un po' il tasso tecnico. Sul versante opposto perché l’undici francese ha badato soprattutto a controllare e chiudere gli spazi, operazione riuscita fino alla deviazione di Le Marchand. Come anticipato dallo stesso Inzaghi, restano in panchina diversi titolari. Ma non Lucas Leiva e Luis Alberto, pilastri del centrocampo a cinque. Dentro dal 1' il giovane Murgia, davanti spazio a Nani e Caicedo. Favre risponde con una linea mediana altrettanto folta ed un’unica punta, che però non è Mario Balotelli, ma Plea, attaccante di origini maliane. Obiettivo evidente, interrompere la striscia di cinque ko consecutivi (tra campionato e coppa) e portare a casa almeno un punto. Al debutto stagionale il portiere argentino Benitez. Un centrocampo così trafficato diventa il punto nevralgico della partita, con il Nizza subito molto aggressivo fin dentro l'area biancoceleste, nel tentativo di tenere gli avversari lontani dalla propria. Fluidità e ritmo del gioco però ne soffrono, spezzati da una quantità di contrasti e tanti palloni persi da ambo le parti. Il risultato è un primo tempo decisamente poco spettacolare, con i portieri quasi inattivi, se si eccettua una deviazione in angolo di Benitez su un cross di Nani. Lukaku è il più ispirato dei suoi e da una delle tante folate sulla fascia sinistra, intorno alla mezz'ora, nasce l'occasione migliore per la Lazio. La palla spedita verso l’area piccola non trovi nessun compagno pronto alla deviazione. Il Nizza, nonostante l’incitamento degli oltre mille tifosi al seguito, fa ben poco per impensierire Strakosha. Sneijder prova con un paio di lanci ad accendere la luce, ma Plea - piuttosto lento - è troppo isolato e facile da anticipare. Al 14' della ripresa Inzaghi prova a vincerla e mette dentro Milinkovic e Lulic per Nani e Murgia. Anche Caicedo meriterebbe di uscire per quello che ha fatto vedere. Al 29' spazio a Parolo, fuori l’applauditissimo Lukaku. A 10' dalla fine c'è spazio anche per Balotelli, che si esibisce in una paio di conclusioni altissime. Sembra una partita destinata allo 0-0, ma sull'ultimo angolo Parolo sfiora di testa verso la schiena di un avversario e per Benitez non c'è scampo. Lazio avanti in Europa, anche se meno bella di altre volte. Aek Atene-Milan 0-0 Né il bel gioco né il risultato. Atene è una nuova tappa per l’involuzione, e ora la trasferta di domenica col Sassuolo è cruciale per Montella, che non riesce a mettere al sicuro i sedicesimi di Europa League con due giornate di anticipo ed è seriamente a rischio. Con l’Aek contava vincere, era chiaro l’avvertimento dell’ad Fassone. Invece è finita 0-0: per la quarta volta nelle ultime cinque partite il Milan è rimasto a secco, fermo al palo colpito da Montolivo, titolare dopo un paio di mesi e fra i meno negativi in una squadra troppo lenta, incartata come due settimane fa da un avversario sulla carta mediocre ma aggressivo con un’identità definita. Il prologo, con feriti negli scontri in metropolitana fra un’ottantina di tifosi rossoneri e un gruppo di supporter greci, è degno di una serata tutt'altro che memorabile. I ricordi dell’ultima Champions vinta dal Milan proprio allo stadio Olimpico di Atene non ispira gli eredi di Maldini e Kakà. I rossoneri in Europa vivono le stesse difficoltà per cui in Italia hanno già messo a repentaglio la corsa al quarto posto. «Sapevamo che mettere tutti questi giocatori insieme non era facile, però siamo sereni, sicuri di avere buon gruppo e un buon allenatore, questa squadra può aprire un buon ciclo», ha detto poco prima della partita il ds Mirabelli, senza replicare ai dubbi di Berlusconi e concedendo su Montella parole più tenere dall’ultimatum pronunciato prima della sfida di andata. Nel frattempo, però, la promozione di Gattuso dalla Primavera alla prima squadra è diventato uno scenario sempre meno improbabile. «E' un pò che sto guardando da vivo il mio funerale... - ha sorriso Montella -. La società mi è vicina, mi sostiene, poi non so cosa può succedere. La partita con il Sassuolo sarà delicata? Era delicata questa, lo saranno la prossima e le successive». Intanto Montella non trova la quadra e gli infortuni non lo aiutano. Senza Biglia e Bonaventura, ad Atene punta su Locatelli e Montolivo: il primo è in affanno, il secondo se la cava, ma complessivamente la mediana colleziona errori, non argina l’Aek e rallenta la manovra del Milan, e l’azione quasi sempre si inceppa quando il pallone arriva a Calhanoglu, rebus irrisolvibile (ma con Suso nella ripresa ha più spazi) per l'allenatore e quasi inutile per le punte, André Silva e Cutrone, mai pericolose. Il risultato: zero tiri in porta nel primo tempo, due in tutto (compreso il palo di Montolivo al 12' della ripresa), metà di quanto prodotto dall’Aek, privo del giocatore chiave, il trequartista Mantalos, con Livaja in panchina per un’ora. I greci sono organizzati, aggressivi, al 14' sorprendono il Milan con un contropiede dopo un corner rossonero e al 90' hanno l'occasione per battere Donnarumma, con un siluro di Johansson. Prossimo appuntamento per la qualificazione il 23 novembre con l'Austria Vienna, resta da capire chi ci sarà sulla panchina del Milan. Apollon Limassol-Atalanta 1-1 Senza Gomez a metterci la pezza nell’Atalanta è ancora Ilicic, come all’andata, ma nel ritorno di Europa League a Nicosia con il combattivo e mai domo Apollon Limassol gli uomini di Gasperini buttano via vittoria e qualificazione matematica al 93' lasciando inspiegabilmente Zelaya solo soletto in piena area per il tuffo dell’incredibile pareggio. In classifica 8 punti e vetta in coabitazione col Lione, che ha fatto secco l’Everton: verdetto rimandato alle due giornate residue del Group E. Un confronto di difficile decifrazione tattica, perché il primo tempo inizia coi ciprioti a pressare altissimo e i nerazzurri in ambasce quando si tratta di uscire. Augoustì sgancia a turno uno dei tre mediani e non a caso il play Alex al nono percorre la navata esplodendo il radente da trenta metri che sibila a lato del secondo palo. Il raddoppio di cronometro, sugli sviluppi del primo angolo a favore di Freuler, coincide con l’occasione numero uno dell’undici di Gasperini, ma sulla torre di Petagna c'è l’errore di mira di Masiello che dal lato sinistro dell’area piccola manca il bersaglio grosso di sinistro. Nemmeno otto giri di lancetta e Hateboer soffia la sfera a Vasiliou quasi sul fondo in scivolata, sull'accorrente Ilicic è Yuxte a chiudere davanti a Bruno Vale deviando sopra il montante. Poco male, perché dopo il mancino dalla lunga innocuo di Alex - sfuggito a Freuler - al 31' in capo a tre minuti arriva il rigore per la carica di Alef sul fantasista sloveno, servito dal campanile dall’out destro di Masiello: dal dischetto lo stesso insacca a mezza altezza optando per potenza e precisione. Al 43' la chance del bis, ma il cross dell’olandese su invito dell’apripista coglie il rimpallo Pedro-Alef ad anticipare la deviazione sottomisura di Petagna o Kurtic. I padroni di casa non ammainano bandiera col forcing a tiro dell’intervallo: Zelaya prova la sponda per Sardinero chiamando Berisha alla spazzata di piede, mentre Papoulis, memore del gol segnato al portiere albanese in maglia Lazio il 7 novembre di 4 anni fa, si sistema la palla al limite al primo di recupero sparando alle stelle. Nella ripresa ci si mette anche il legno, colto da Petagna di testa al 9' sulla sponda dii Caldara chiamata dalla bandierina da Freuler. Ilicic (giallo per fallo su Vasiliou) esce per Orsolini, di là Jakolis rileva Papoulis con sequela a sinistra di Sardinero, poi sostituito da Schembri, autore del temporaneo 1-1 a Reggio Emilia. Il traversone della new entry croata al 18' trova la stessa sorte di quello di Vasiliou al quarto d’ora, preda stavolta di Palomino e non di Spinazzola per tagliare fuori Zelaya. Gosens subentra a Kurtic costringendo il laterale in prestito dalla Juve ad alzarsi nel tridente, mentre i portacolori di Limassol cercano di trascinare il match alle soglie dello scontro fisico. Sull'asse Cristante-Orsolini Alef mette in angolo per evitare guai da Petagna (28'), sugli sviluppi la svettata di Caldara viene sporcata da un difensore. Rischio massimo al 35' quando dal vertice destro Maglica pesca la schiacciata di testa che Berisha accompagna sopra la traversa col palmo della mano, ma poi i bergamasco sfiorano il due a zero con Orsolini, smarcato di tacco da Petagna, a quattro dal novantesimo: Vale ne intercetta la conclusione a giro. Non si chiude e la dura legge del gol cala inesorabile come la mannaia il giorno dei morti: Pedro ampolla alla disperata a appena oltre la metà campo, Masiello non vede Zelaya che spunta davanti a Berisha e gli inzucca imparabilmente alle spalle in caduta. Tutto rinviato, ma a Zingonia c'è da mangiarsi le mani per l’ennesima amnesia a immagine e somiglianza di quelle costate già quattro ko in campionato.