SINGAPORE. Pronti, via, è disastro Ferrari. Il patatrac è servito e va in scena qualche metro dopo il via del Gran premio di Singapore, snodo importantissimo - se non addirittura cruciale - nella corsa alla conquista del Mondiale di Formula 1.
La Ferrari aveva fatto tutto bene, nel corso del week-end, preparato a puntino la doppietta per sognare il controsorpasso alla Mercedes, dopo il ko a Monza. Ma, dalle parti di Maranello, non avevano fatto i conti con l'imponderabile, che ha indossato i panni del giovane e spigoloso Max Verstappen, e di una partenza maledetta, su una pista bagnata e sotto la pioggia.
Vettel in pole parte lento, l'olandesino dalla seconda posizione lo affianca ma spunta Raikkonen da dietro a sinistra: le traiettorie si incrociano, la Rossa di Kimi tocca la Red Bull e poi va a sbattere sulla Ferrari di Vettel, e succede l'incredibile. Raikkonen e Verstappen subito fuori, con le due monoposto distrutte, Vettel costretto a fermarsi poche centinaia di metri dopo. E' una botta durissima al morale Ferrari, oltre che alla classifica.
Il disastro è completato dalla leadership in gara di Lewis Hamilton, subito acciuffata e conservata fino a quando non viene sventolata la bandiera a scacchi: l'inglese vede spianata la strada verso una vittoria assolutamente inattesa, e sembra quasi un segno. Inevitabili le polemiche finali: Vettel è letteralmente scioccato, Raikkonen accusa Verstappen, ma l'olandese va giù pesante: "Mi sono trovato tra un sandwich Ferrari, perché dovevo andare via solo io? Sono contento che siamo usciti in tre...".
Parole che accenderanno ulteriormente gli animi, in attesa delle decisioni dei giudici Fia. Una notte delle streghe per gli uomini di Maranello che si materializza in poche curve e rischia di precludere il successo iridato alla Ferrari.
Il Mondiale non è finito, per dirla come Arrivabene ("lotteremo fino all'ultima curva dell'ultimo Gp"); la pole ferrarista di ieri è un messaggio preciso agli avversari, in questo senso, ma l'incidente di Singapore può rappresentare un importante crocevia per sogni e ambizioni sia della Ferrari, sia della Mercedes. La cosa certa è che Hamilton è in fuga verso il Mondiale, con 28 punti di vantaggio su Vettel, quando mancano sei Gran premi alla fine di una stagione pronta a riservare ancora grossi colpi di scena.
Dopo la batosta di Monza è arrivato il patatrac di Singapore, in una notte da incubi. E' grave non vincere un Gp partendo dalla pole e vedere il proprio rivale partire dalla 5/a posizione e imporsi a mani basse. Un brutto colpo per Vettel e tutto l'ambiente. Che non fosse la sera giusta è arrivata la pioggia a confermarlo. Un evento imprevisto, che ha finito inevitabilente per far lievitare le speranze di Hamilton.
"Speravo che piovesse, ma c'è voluto l'aiuto di Dio per vincere questa gara. Serviva un miracolo", le parole del campione del mondo in carica. E' rimasto senza parole il tedesco della Ferrari, che ha spiegato di aver "visto arrivare dagli specchietti Verstappen", ma non è stato in grado "di spiegare cosa sia successo fra lui e Raikkonen".
L'incidente del via ha finito per coinvolgere anche Fernando Alonso, stranamente protagonista di una partenza eccezionale: lo spagnolo è stato 'eliminato' dalle vetture di Raikkonen e Verstappen, proprio mentre Hamilton scavalcava Ricciardo, portandosi per sempre al comando della gara. A quel punto non deve essergli sembrato vero assistere allo stop di Vettel e del suo compagno Raikkonen.
Un vero e proprio colpo di fortuna, anche se per vincere un Gp servono comunque capacità, competitività e tenuta. Ferrari all'asciutto, dunque, mentre hanno chiuso in zona punti Hulkenberg, seguito da Sainz, Perez, Palmer, Vandoorne, Stroll, Grosjean e Ocon. Fra due settimane appuntamento in Malesia per la rivincita. Vertappen permettendo, naturalmente.
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