ROMA. Anche il calcio d'agosto può essere bello da vedere. E fornire indizi sulla stagione alle porte. La finale di Supercoppa italiana dice che la Lazio riesce a sfatare il tabù Juventus (che la batteva da 10 incontri di fila) e dimostra di essere ancora la squadra ben allenata e dal gioco spumeggiante che, per lunga parte dello scorso campionato, ha divertito i tifosi. Dice pure, però, che i bianconeri non hanno ancora smaltito il 4-1 incassato nella finale di Champions e che un difensore come Bonucci non si rimpiazza dall'oggi al domani. Finisce 3-2 per i biancocelesti, passati dall'euforia del 2-0 dopo 9' minuti della ripresa (doppietta di Immobile) alla disperazione del 2-2, tutto opera di Dybala - due spanne sopra i compagni - che con una punizione magistrale ed un rigore aveva riaperto la partita. Ma al terzo dei 4 minuti di recupero ci pensa il giovane Murgia, prodotto della Primavera entrato al posto di Lucas Leiva, a ridare alla Lazio quel successo che merita per volume e qualità di gioco prodotti. La Lazio si aggiudica così la quarta Supercoppa della sua storia, la seconda dell'era Lotito che al fischio finale corre sotto la Curva Nord e fa pace con la frangia più calda del tifo. Lazio col minimo vantaggio alla fine di un primo tempo ricco di emozioni. La Juventus parte subito forte, aggredendo gli avversari e Strakosha è decisivo già al 3', quando devia in angolo la conclusione ravvicinata di Cuadrado, servito da Alex Sandro. L'inizio dei campioni d'Italia è veemente: ci prova Dybala, e poi di seguito Higuain. Il portiere albanese si ripete su entrambi. La risposta della Lazio è nei piedi di Luis Alberto (10') che ci prova da lontano, ma la palla sorvola la traversa. E' un fuoco di paglia. Lentamente i ragazzi di Inzaghi si riprendono pezzi di campo, soprattutto grazie alle iniziative di Mlinkovic-Savic ed Immobile, che per vie centrali creano più di un problema a Barzagli&C. Lucas Leiva, volto nuovo al posto di Biglia, fatica un po' nelle prime battute a dirigere il centrocampo biancoceleste. Ma, una volta spezzata l'emozione della prima volta all'Olimpico, finisce in crescendo, con una bella conclusione da fuori area che Buffon alza in angolo quando la Lazio è già sull'1-0. Nella Juventus, con Higuain non pervenuto e Pjanic evanescente, tocca a Dybala tentare di far salire la squadra, che però appare sfilacciata, disunita. E non implacabile in difesa. Il gol nasce da un contropiede sull'asse Milinkovic-Immobile. Buffon si trova faccia a faccia con l'attaccante, che non fa nulla per evitarlo, e lo stende. Dal dischetto lo stesso numero 17 non sbaglia. E' il 32'. Inizia il momento migliore della Lazio che poco dopo spreca il raddoppio con Basta. Al 9' ecco il raddoppio di Immobile con un imperioso stacco di testa. Allegri toglie Benatia e Cuadrado per inserire De Sciglio e Douglas Costa. Sembra fatta per la Lazio, ma Dybala è in agguato e, praticamente da solo riapre il match. Prima con una gran punizione che lui stesso si è procurato, poi trasformando un rigore per il contatto tra Marusic (sostituto di Luis Alberto) e Alex Sandro. E' il 44' ed i rigori sembrano inevitabili. Invece Murgia firma la sua serata indimenticabile con il gol che permette a capitan Lulic di sollevare la Coppa.