GENOVA. Antonio Cassano saluta con l'ennesimo colpo di testa. E questa volta arriva sui titoli di coda di una carriera movimentata. Il 'pibe di Bari' ha detto basta. Non solo chiudendo la sua breve esperienza con il Verona, com'era sembrato in un primo momento, ma proprio con il calcio. Lasciando a bocca aperta, ed un po' offesa, un'intera tifoseria. "Noi saremmo anche 'tutti matti', ma questo..." devono aver pensato i veronesi, che tradizione veneta vuole proprio definiti così. "Non ho intenzione di lasciare il calcio, semplicemente non me la sento di continuare con l'Hellas Verona, qui non ho stimoli" era apparso sulla pagina della moglie, Carolina Marcialis. Poche ore dopo, però, lo stesso Cassano ha corretto il tiro, questa volta sul profilo twitter sempre della moglie, per smentirla: "Al contrario di quanto apparso sui profili social ufficiali di mia moglie, vorrei precisare: Carolina ha sbagliato, dopo averci pensato e riflettuto alla fine ho deciso: Antonio Cassano non giocherà più a calcio". "Questo ragazzo non ce la fa di testa" si era rammaricato il presidente scaligero, Maurizio Setti, dopo il primo atto. Eppure "fisicamente e atleticamente sta molto bene. Professionalmente non gli si può rimproverare nulla - aveva aggiunto - evidentemente non riesce a rimanere sereno e lucido in un gruppo e vuole restare a casa. C'è un up e un down, parla e poi sta muto: peccato, perché dal punto di vista professionale stava facendo tutto per bene". Sabato sera, dopo aver giocato nella ripresa dell'amichevole con il Trapani, Cassano aveva lasciato il ritiro di Primiero, in Trentino, in accordo con lo staff ed era tornato a Genova. Da allora non c'erano più stati contatti. "Fisicamente sto benissimo, come dimostrato nei 15 giorni di preparazione, ma mentalmente non sono stimolato a continuare in questo club - era stato il primo annuncio della giornata - Ringrazio di cuore il presidente Setti... il ds Fusco, Pecchia e la squadra per la disponibilità concessa". Che il ritorno di 'Fantantonio' sarebbe stato nel solco di una vita spericolata si era intuito già il 18 luglio. Prima le voci choc di un imminente ritiro. Quindi la convocazione di una conferenza stampa, organizzata in fretta e furia dal Verona, per - si pensava - annunciare la clamorosa decisione. Invece, una volta sedutosi davanti alle telecamere, aveva dribblato ancora tutti: "Continuo al 100%, voglio vincere questa sfida. Lasciare sarebbe stata una scelta di 'pancia', una cazzata clamorosa". La tentazione c'era stata davvero, partorita dalla nostalgia per la famiglia lontana. Un momento di debolezza che - assicurava - era ormai alle spalle. Invece no. Cassano ci ha pensato su quasi una settimana. O, magari, la saudade è tornata all'improvviso. "Per un uomo di 35 anni sono le motivazioni a dettare la vita - è il passo di addio di Cassano - e in questo momento sento che la mia priorità è rappresentata dal fatto di stare vicino ai miei figli e a mia moglie". "Rimango, e rimaniamo, basiti per quanto appreso riguardo la presunta mancanza di stimoli di Cassano. Verona è una piazza storica e appassionata, che merita considerazione e rispetto" l'amara chiosa del presidente Setti.