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Sulle Alpi Aru alza bandiera bianca, Froome mette le mani sul tour

ROMA. Che Fabio Aru non fosse Bartali e neppure Coppi lo si sapeva, tuttavia la speranza che conquistasse un posto sul podio di Parigi aveva pervaso i tifosi italiani. Ma era solo una speranza, appunto.

Nel momento in cui si è arrivati alla resa dei conti, il sardo non ha tenuto fede alle attese e, pur senza alzare bandiera banca, assieme al podio, ha perso posizioni nella classifica generale, scalando dal secondo al quinto posto. Prima Aru si è visto scavalcare in un colpo solo da Uran e Bardet, oggi anche da Landa, gregario di Froome nella Sky, la squadra che ha gestito a proprio piacimento questo 104/o Tour de France e oggi ha di fatto consegnato nelle mani del suo capitano la Grande Boucle.

E lo ha fatto pur rinunciando all'apporto di una pedina di straordinaria importanza come il gallese Geraint Thomas, costretto al ritiro dopo una caduta. Provato e senza squadra, Aru è stato costretto a giocare in difesa, piuttosto che all'attacco e alla fine non è nemmeno riuscito a limitare i danni nelle due tappe alpine.

La terza settimana, nella quale in genere il capitano dell'Astana ha sempre fatto faville, ha emesso verdetti crudeli e senza appello: Aru ha visto aumentare la forbice del distacco da Froome, al quale per qualche tappa era perfino riuscito a sfilare la maglia gialla, e ha perso il podio. Salvo miracoli non riuscirà a riconquistarlo prima della passerella finale di domenica sui Campi Elisi, dove è assai probabile che Froome invece celebri il poker di Tour, dopo quelli del 2013, 2015 e 2016.

Nella tappa odierna, la 18/a e la seconda sulle Alpi, con l'arrivo sul leggendario Izoard, ha trionfato Warren Barguil, esaltato dalla maglia a pois del miglior scalatore, che si è aggiudicato la seconda tappa in questo Tour (dopo quella a Foix), infliggendo 20" a Froome e Bardet, ben 1'02" ad Aru, che adesso è 5/o nella generale. Froome ha conservato la maglia gialla con 23" su Bardet, secondo, e 29" su Uran, terzo, ma con buone possibilità di risalire una posizione, visto che - rispetto al francese che lo precede - è molto più forte a cronometro.

E sabato, a Marsiglia, ci sarà la seconda e ultima sfida contro il tempo che assesterà definitivamente la classifica generale, prima dell'epilogo parigino. Domani, intanto, si disputerà la 19/a e penultima tappa della Grande boucle, con partenza da Embrun e arrivo in Provenza, a Salon-de-Provence, dopo 222,5 chilometri: finale per velocisti, dopo almeno 180 chilometri di insidie. Come ogni giorno al Tour.

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