BAGNO DI ROMAGNA. Nemmeno il tortuoso saliscendi sulle strade appenniniche regala soddisfazioni all’Italia del ciclismo, ancora all’asciutto di vittorie in rosa: 11 tappe, zero successi. Un verdetto che non ammette repliche, poco importa se parziale. Per trovare un Giro d’Italia così avaro di gioie tricolori, bisogna risalire al 2010: in quella circostanza, la prima affermazione arrivò solo dopo 12 tappe, grazie a Filippo Pozzato, che trionfò a Porto Recanati. Se domani un italiano non salirà sul gradino più alto del podio di Reggio Emilia, questo primato negativo verrà eguagliato. Chi gioisce, al termine della tappa dedicata alla memoria di Gino Bartali, invece, è Omar Fraile, protagonista assoluto dell’11/a tappa. «Non sapevo molto di Bartali, poi ho letto un libro su di lui e ho capito - le parole dello spagnolo -. Sono felice di avere vinto una corsa a lui dedicata. Avevo nel mirino questa tappa da lungo tempo, mi piaceva molto, era tutto un saliscendi, assolutamente adatta alle mie caratteristiche. Quando si è mosso Landa, non ci ho pensato due volte e l’ho seguito. Stavo benissimo; allo sprint avevo paura di Rui Costa, perché era il più veloce del gruppetto che comprendeva anche Kangert e Rolland. A volte capita che sei il più forte, ma non riesci a vincere. Da tanti anni sognavo una vittoria al Giro». Fra i protagonisti di giornata, ma solo per un paio di chilometri, anche Vincenzo Nibali, che ha provato a scattare sulla salita del Monte Fumaiolo, per portarsi avanti con il lavoro in vista della discesa dell’Incisa. Lo 'Squalo dello Strettò ha solo affilato i denti, anche per capire chi poteva stargli dietro. La sua progressione, tuttavia, ha provocato due 'vittimè, Thomas e Kruijswijk. «Ho avuto la conferma della mia reattività e questo mi rende ottimista - ammette Nibali -. Il Giro è lungo e Quintana è sempre l’uomo da battere, perché in salita è capace di tutto, come dimostrò al Tour, riuscendo a staccare addirittura Froome. Vediamo come si mettono le cose». «Come immaginavo è stata una tappa molto insidiosa - l'opinione della maglia rosa, Tom Dumoulin - mi aspettavo battaglia e c'è stata. Il grande lavoro della squadra mi ha salvato, ringrazio pertanto i compagni della Sunweb. E’ stato molto stressante, ma alla fine abbiamo chiuso con un bilancio positivo. Vestire la maglia rosa è ogni giorno sempre più emozionante».