LONDRA. Le mani di Antonio Conte sulla Premier League: grazie alla vittoria allo scadere sul campo del West Bromwich il Chelsea è campione d'Inghilterra. Un epilogo sofferto e combattuto, ma pienamente meritato. Ha dovuto attendere più di un'ora Antonio Conte per dare sfogo a tutte le sue emozioni. ma ne è valsa la pena. Un mix di felicità e sollievo, perché più passavano i minuti a più pareva che a The Hawthorns il punteggio non si sarebbe mai sbloccato. Posticipando l'aritmetica certezza del titolo del Chelsea. Il colpo che ha messo Ko il West Bromwich è arrivato a pochi minuti dalla fine, grazie ad un'intuizione del tecnico italiano che pochi minuti prima aveva rinunciato al suo giocatore di maggior talento, Eden Hazard, oggi poco lucido, per Michy Batshuayi, l'unica delusione di questa stagione altrimenti trionfale. Strapagato la scorsa estate, ma confinato in panchina per tutta la stagione. La sua firma sul trionfo dei Blues è la conferma della qualità del lavoro di Conte che ha saputo costruire un gruppo di stagno, unito tra titolari e " panchinari". L'arma in più di questo Chelsea, sulla carta meno forte di altre avversarie (Manchester City in primis), ma più squadra, con un'identità più definita. Personalità e voglia di riscatto. Posseduta da quel "fighting spirit" tipicamente inglese ma anche così 'contiano'. Una caratteristica che ha consentito che una stagione già positiva si trasformasse in epica. E' una vittoria ancor più importante perché giunta dopo il decimo posto dell'anno scorso, il punto più basso nella storia recente dei Blues. Da lì Conte è ripartito. Superati gli impatti iniziali, scongiurato quello che a fine settembre pareva un inevitabile esonero, la cavalcata successiva è stata semplicemente irresistibile. Ecco perché ora Abramovich è disposto a tutto pur di trattenere l'artefice del sesto titolo nazionale dei Blues. Ha intenzione di accontentare le sue richieste, pur di trattenerlo a Londra, e respingere così le interferenze dell'Inter. Finora Conte ha preferito traccheggiare in attesa della proposta ufficiale dei Blues. Ma la sua intenzione di restare allo Stamford Bridge e giocarsi da protagonista la Champions League è scontata. Pretende solo di rivedere termini e condizioni, per poi lasciare che l'Inter trovi altrove la sua nuova guida tecnica. Che non sarà certamente Diego Simeone, dopo le dichiarazioni di ieri, la sua promessa di rimanere sulla panchina dell'Atletico Madrid.