ROMA. La Roma perde partita, derby e il sogno dell'ultima chance di campionato in una botta sola. Merito di una splendida Lazio che ripete l'exploit di coppa e rovina il finale di stagione dei giallorossi, mai così brutti e 'cotti' come nell'ultimo mese. Nella partita che consegna - di fatto - lo scudetto alla Juventus, i biancazzurri hanno strameritato la vittoria, vuoi per come hanno giocato, vuoi per i torti arbitrali davvero grossi per un fischietto del calibro di Orsato. Non cambia il corso del derby l'ingresso in campo di Totti, a cui stavolta Spalletti concede i diciotto minuti finali. La Roma ha vinto gli ultimi 4 derby di campionato, l'ultimo di marca biancazzurra risale addirittura a novembre 2012, ma alla Lazio è bastato un mese per cancellare il recente passato e riprendersi la gloria, nonché per blindare l'ormai meritatissima Europa. All'Olimpico la cornice è meno festaiola rispetto ai due recenti scontri di Coppa, l'orario insolito buono anche per le tv asiatiche (con tanto di cartelloni in cinese a bordo campo) e il clima primaverile invogliano più al litorale che dalle parti dello stadio e anche sul campo lo spettacolo non è un granché. Il forfait di Immobile nel riscaldamento scombussola un po' le cose in casa Lazio che si presenta con un abbottonatissimo 3-5-1-1, con Lulic nella veste di incursore dietro al folletto Keita (migliore in campo con Lulic). Nella Roma tutto scontato, con El Shaarawy che vince il ballottaggio su Perotti e si prende la fascia sinistra, davanti al rientrante Emerson. Il match sembra la fotocopia dei recenti duelli di coppa, dove Inzaghi ha imbrigliato Spalletti, ingolfando il centrocampo e colpendo in contropiede. E come il 5 aprile la gara si apre con un'occasionissima dopo 2' per Dzeko che anche stavolta fa cilecca (bravo Stakosha). Poi il solito tic toc dei giallorossi che, senza corsa e pressing, non produce nulla: la Lazio controlla tranquillamente con 7-8 giocatori dietro la linea della palla ed è brava ad approfittare dei minimi errori dei padroni di casa: prima (12') capitalizza al meglio col senegalese che si fa spazio dal limite e infila la palla sotto le gambe di Emerson ingannando Szczesny, poi chiedendo un rigore (netto, per il fallo di Fazio su Lukaku), e infine riprovandoci con una staffilata di Parolo che il polacco devia alla grande. E la Roma? Nei primi 45' sta tutta in una percussione di Salah (8') e nel rigore che Orsato, davvero in giornata-no, regala alla Roma allo scadere (45') per un contrasto tra Wallace e Strootman che la Var avrebbe indirizzato al meglio. Il pareggio e l'intervallo dovrebbero portare consiglio a Spalletti che torna in campo con un nuovo assetto (3-4-2-1) e Peres al posto di un fumoso El Shaarawy. Un cambio in corsa che non produce frutti ma anzi porta subito (5') al vantaggio biancoceleste con Basta, aiutato dalla deviazione decisiva di Fazio. La Roma sembra aver finito la benzina (ma già da febbraio...): non corre, non pressa, non incide (salvo un'altra occasione per Dzeko che Strakosha salva) e la Lazio ha facile gioco a controllare. Così al 18' e 37' avrebbe anche l'occasione per chiudere i conti ma Anderson si fa ipnotizzare due volte da Szczesny. Non sbaglia al 41' con Lulic che si invola solitario sulla sinistra, entra in area e appoggia per il comodo tap-in di Keita che fa 13 e manda in delirio la Nord che in un colpo solo vince l'ennesimo derby 2017 e manda in fumo gli ultimi flebili pensieri di gloria in casa Roma.