STOCCARDA. Si può scrivere di tutto, per raccontare di come Maria Sharapova si sia imposta contro Anett Kontaveit. Della ottima prova dell’estone, della differenza tra le due giocatrici in campo, della voglia tremenda che la russa sta mostrando fin da mercoledì quando è rientrata in campo per la prima volta dopo 15 mesi di stop. Eppure dell’ora e venti minuti di gioco, oggi la partita si ricorderà anche e soprattutto per 10-15 minuti: dal 3-3 15-0 Kontaveit (con l’estone al servizio) fino al 6-3 Sharapova. Questo nonostante un’ottima, (per quanto vana) reazione di Kontaveit quando si è trovata due volte sotto di un break sotto nel secondo set.
Fino al 3-3 15-0 nel primo set, Anett aveva vinto tutti i punti giocati con la prima di serivizio (8/8) ed aveva concesso appena quattro punti al servizio mentre aveva già costretto una volta Sharapova ai vantaggi. Sia sull’1-2 che sul 2-3, Kontaveit è stata avanti 15-30, ma non è mai riuscita a giocare i punti successivi: ace, servizio vincente, ace (di seconda, pure). Poi il settimo game. Dal 15-0 Kontaveit ha commesso il primo doppio fallo della sua partita, poi ha mancato di pochi centimetri in lunghezza un rovescio che sarebbe stato vincente. 15-30, rovescio vincente di Sharapova in lungolinea, prime palle break del match. Tracciante di rovescio incrociato, break. Quattro punti di fila al servizio, altri tre in risposta. Il tutto in pochi minuti. Il set point, poi, è un capolavoro con un rovescio in controbalzo lungolinea vincente.
Kontaveit aveva l’immagine del pugile preso a cazzotti a ripetizione. I vincenti di Sharapova arrivavano dappertutto e tutto quanto di buono aveva costruito era evaporato all’improvviso. All’altra è bastato un nulla per prendersi tutta la posta in palio: si è vista concedere un’unghia, si è presa tutto il braccio. È questo che fanno i grandi campioni, come non farsi abbattare da un improvviso ritorno dell’avversaria quando ad inizio del secondo set era arrivato l’immediato controbreak dopo un primo tentativo di fuga. Due minuti dopo, l’esultanza rabbiosa a certificare il nuovo break, stavolta confermato.
Il momento inatteso è arrivato sul 5-3, con la russa al servizio per il match dove Kontaveit, dimostrando una volta di più di volerci credere fino alla fine, ha avuto 5 palle break per rientrare. Su tre di queste il servizio della russa è stato, ancora, determinante. Sulla quarta un’ottima palla corta ha cancellato la chance, mentre sulla quinta un nuovo tentativo di smorzata (stavolta di dritto) ha concesso il punto del 4-5. Kontaveit, nel game successivo, ha avuto 2 chance di rientrare ed i rimpianti sono forse sulla prima, dove ha cercato un rovescio diagonale profondo messo largo di poco. Al primo match point, ottenuto con un rovescio lungolinea vincente, una nuova accelerazione di dritto determinante e sguardo ancora verso il suo angolo per cercare la loro esultanza e gioire con loro.
Sharapova è in semifinale, ed il bottino di punti si fa sempre più cospicuo: con la semifinale si avvicinerà già alle prime 250 del mondo. Adesso Kristina Mladenovic o Carla Suarez Navarro, per una finale che se qualche giorno fa sembrava un miraggio, con questo stato di forma diventa un obiettivo di gran lunga alla sua portata.
Laura Siegemund, ancora lei. Dopo la bellezza di tre ore e dieci minuti la numero 49 del mondo batte anche la numero 2 del seeding Karolina Pliskova dopo aver già sorpreso la numero 8 del seeding Svetlana Kuznetsova. Ma si può veramente parlare di sorpresa? La ventinovenne tedesca si è messa in luce per la prima volta a livello WTA esattamente un anno fa, proprio qui in Germania, sorprendendo tutti con vittorie in successione su Anastasia Pavlyuchenkova, Simona Halep, Roberta Vinci ed Agnieszka Radwanska. Tre top-10 al tappeto, stavolta al momento sono due, con la possiblità che domani dall’altra parte della rete ci sia proprio la rumena.
Sulla terra ha dimostrato di trovare l’habitat perfetto per esprimersi al meglio. Poche settimane fa a Charleston raggiunse la semifinale battendo tra l’altro Venus Williams e Lesia Tsurenko in due match che hanno superato le tre ore. Proprio come oggi, il che potrebbe fornire un’indicazione su come il corpo è abituato a vere maratone e dovrebbe recuperare senza problemi per il match di domani sera alle 18:30 contro la vincente della sfida tra Anastasija Sevastova e Simona Halep.
Pliskova ha dei rimpianti nel primo set, dove era avanti 5-2 e si è fatta raggiungere sperperando 3 set point. Nel gioco decisivo alcune magie di Siegemund a rete l’hanno subito portata avanti 5-2, prima di chiudere 3 punti più tardi. Come sempre da queste parti, Siegemund appariva in pura trance agonistica, correndo ovunque e rigiocando ogni colpo, smorzando la palla e pungendo col rovescio in lungolinea o un passante quasi sempre perfetto. È molto vario e divertente il gioco della beniamina del pubblico, coinvolto in questa sorta di romanzo dai 1000 capitoli.
Le difficoltà della ceca di muoversi sulla terra sono evidenti, ma questo non rendeva la vita più semplice alla sua avversaria. I game erano tutti lottati, tanti vantaggi, tante occasioni ed il break che Pliskova ha trovato ad inizio del secondo parziale è volato via al sesto game. Altri 4 game complicati e si è arrivati sul 5-5, dove due rovesci della ceca hanno aperto la strada al nuovo break. Sul 6-5 40-0, però, è riuscita a farsi rimontare ed a salvare una chance del tie-break, prima di chiudere al quinto set point.
Lo sforzo della numero 3 del mondo però era tanto, ed il terzo set (iniziato dopo oltre due ore e mezza di gioco) ha visto una Siegemund più “in palla” trovare subito il break, poi confermato. Da lì a fine match la tedesca non ha più concesso nulla ed adesso potrà mettersi comoda a seguire l’andamento della seconda sfida serale tra Simona Halep e Anastasija Sevastova.
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