NEW DELHI. Aveva appena finito di commentare con entusiasmo via twitter i test di formula uno in corso in Bahrain ed il ritorno in pista del suo test driver messicano Alfonso Celis, quando l'uomo d'affari indiano Vijay Mallya, team principal della scuderia 'Sahara Force India', è stato arrestato a Londra dagli agenti di Scotland Yard. Mallya, per cui l'India ha chiesto l'estradizione per un enorme debito non restituito di 1,3 miliardi di euro ad un consorzio di 17 banche, non si è però scomposto più di tanto, e dal suo smartphone ha twittato: "Tipico battage pubblicitario all'indiana, le udienze sono cominciate oggi in tribunale, come era previsto". Dopo l'arresto è stato condotto davanti ad un giudice della Corte di Westminster che, dopo aver ascoltato le parti, gli ha concesso la libertà condizionale fissando una nuova udienza per il prossimo mese. A causa delle sue difficoltà finanziarie legate anche al fallimento della compagnia Kingfisher Airlines, il 3 marzo 2016 ritenne prudente lasciare l'India e trasferirsi a Londra, grazie anche al suo passaporto britannico. Minimizzando la decisione, spiegò che si trattava del "desiderio di stare più vicino ai miei figli". Da sempre appassionato di auto, nel 2007 acquistò per 88 milioni di euro insieme all'olandese Michiel Moll il team Spyker F1, ribattezzandolo prima 'Force India Formula One Team' e poi 'Sahara Force India' quando nel 2011 il conglomerato Sahara India Pariwar di Subrata Roy acquistò per 100 milioni di dollari il 42,5% del team. Per evidenti ragioni di prudenza nella scorsa stagione Mallya non ha mai abbandonato la Gran Bretagna ed ha partecipato di persona solo al Gran Premio di F1 svoltosi a Silverstone.