ROMA. La dittatura Mercedes in pista è finita. La Ferrari è tornata, la Ferrari c'è. Il secondo successo stagionale, nel Gp del Bahrain, di Sebastian Vettel ("La macchina era un sogno da guidare" l'esultanza in italiano del pilota tedesco) non vale solo per la classifica Mondiale che adesso il tedesco guida con 68 punti, 7 più di Lewis Hamilton, ma dice anche che la casa di Maranello ha le carte in regola per arrivare fino in fondo: ha una macchina perfetta, un pilota impeccabile, un team di meccanici affidabile, una strategia di gara finalmente vincente.
Tutti ingredienti che hanno portato al secondo meritatissimo trionfo della Ferrari che adesso dopo tre Gp conduce 2-1 sulla Mercedes, in affanno nei confronti del 'cavallino rosso' come non si vedeva da anni. E che il 'cavallino' sia diventato un osso duro lo testimonia anche la strategia Mercedes che, per la prima volta dopo anni, ha imposto un ordine di scuderia ai suoi piloti, con Bottas costretto a farsi superare da Hamilton per cercare di fargli riprendere Vettel.
Una decisione che svela soprattutto una nuova presa di coscienza contro un avversario che si preannuncia davvero ostico quest'anno per le Frecce d'Argento, mentre in passato la casa tedesca lasciava che Hamilton e Rosberg battagliassero a viso aperto. "Credo onestamente che per un pilota è forse la peggiore cosa che vuole sentire - ha ammesso il finlandese - Di sicuro l'ho fatto perché c'era la possibilità che Lewis potesse riprendere Sebastian, anche se alla fine non è successo.
La squadra ha cercato di farmi capire, ma personalmente è dura". Migliore Pasqua invece non poteva esserci per la scuderia italiana che a inizio stagione certo non pensava di regalarsi il secondo successo (e un secondo posto) dopo appena tre Gp disputati.
Per il tedesco (al 44° successo in carriera) e la Ferrari la conferma che la strada tracciata in Australia è più che mai quella giusta. Il divario tra le prestazioni delle 'Rosse', che hanno vinto ieri a suon di giri più veloci, e le 'Stelle d'argento', alla luce di quanto si è visto, non esiste più. E una conferma indiretta è arrivata anche dallo sconfitto: "Ho dato tutto e non potevo fare di più", le parole di Hamilton che dalla sua può solo attaccarsi alla penalizzazione di 5" per avere creato un ostacolo a Ricciardo al momento del primo cambio gomme.
Difficile dire come sarebbe andata a finire altrimenti, ma nulla toglie alla straordinaria vittoria della Ferrari. "Per fare quello che abbiamo fatto oggi serviva un pizzico di follia", le parole di Maurizio Arrivabene.
"Sono soddisfatto, ma non facciamo paragoni con la Mercedes, per favore. La SF70H si è dimostrata forte, su una pista che richiede soprattutto potenza e trazione", ha aggiunto il manager Ferrari che ha ricevuto i complimenti del presidente Sergio Marchionne: "È naturalmente una grande soddisfazione tornare sul gradino più alto del podio con Sebastian. Ma è ancora più importante avere a questo punto la certezza che la vittoria di Melbourne non è stata un caso e che questo Mondiale ci vedrà protagonisti fino alla fine. Sappiamo che il cammino è ancora lungo e se vogliamo arrivare al traguardo più importante non possiamo diminuire il nostro impegno e la concentrazione".
Adesso è già tempo di concentrarsi sulla prossima gara del mondiale, il GP di Russia a Sochi, fra due settimane.
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