ROMA. Dal paradiso all’inferno, per risalire di nuovo nell’Olimpo del calcio. Nessuna squadra, in 186 precedenti delle coppe europee, era riuscita a qualificarsi dopo aver perso 4-0 fuori casa. L’impresa l’ha compiuta il Barcellona superando 6-1 il Paris Saint Germain in un Camp Nou infuocato. Per la decima stagione consecutiva i catalani arrivano ai quarti di Champions, ed anche questo è un record.
Luis Enrique l’aveva detto alla vigilia: «Se una squadra ci ha fatto quattro reti, noi siamo in grado di segnarne sei». Ed è stato buon profeta, forse al di là dei suoi stessi proclami.
Per riuscire a ribaltare un pronostico che già in partenza lo vedeva sfavorito, il Barcellona la partita l’ha dovuta vincere due volte. Dopo essersi portato sul 3-0 (ed aver chiuso il primo tempo con un promettente 2-0 grazie alle reti di Suarez ed all’autogol di Kurzawa, alle quali si era aggiunto in avvio di ripresa un rigore trasformato da Messi), al primo contropiede finalmente ben costruito dal Psg, Edinson Cavani (al 17') ha realizzato il gol che sembrava estromettere i blaugrana dal torneo.
I parigini potevano così tirare un po' il fiato, sentendo la qualificazione quasi in tasca. Con meno di 30 minuti da giocare il Barcellona doveva segnare altre tre reti, impresa che appariva lontanissima, anche perché sul 3-1 Messi e compagni hanno attraversato una fase di sbandamento, rischiando di prende la seconda rete. Ma l’azione del Psg, ancora con Cavani al tiro, si è spenta contro il palo.
Barcellona a casa? Così sembrava, quando al 43' la punizione pennellata da Neymar ha portato il risultato sul 4-1. Ma servivano ancora due reti per trasformare il miraggio in realtà. La prima l’ha realizzata ancora Neymar, trasformando - quando si era già nei 5' di recupero - un rigore piuttosto dubbio per fallo di Rafinha su Suarez. L’impresa è lì, ad un passo, ma i secondi che mancano alla fine sono un pugno. Ed al 95' il Psg può disperarsi perché Sergi Roberto la mette sotto la traversa, realizzando il 6-1 che serve al Barcellona per restare in Europa grazie a tre reti realizzate in sette minuti.
Emery finisce con le mani sul volto, forse ripensando ai tanti errori in difesa commessi dai suoi ed, in generale, all’atteggiamento timoroso della squadra. Una paura che il Barcellona ha trasformato in benzina per accendere i motori della sua incredibile 'remuntada'.
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