PALERMO. Enzo Ferrari diceva in pubblico che nelle corse il pilota conta per il 50%, il resto è il valore della macchina. Non lo pensava. Era convinto che la macchina contasse molto di più di chi la guida, che una Ferrari potesse far diventare un campione chiunque. La verità gli sfuggì una volta, all’inizio degli anni Settanta, quando dovette difendersi dalle polemiche per aver accettato di far pubblicità a una marca di sigarette sulle sue auto. In passato si era vantato che le sue F1, a differenza di quanto facevano i concorrenti inglesi, non avevano bisogno di pubblicità se non quella delle case che costruivano accessori per auto. E quando al Drake fu chiesto come mai avesse cambiato idea in favore delle ricche sigarette, lui non raccolse la provocazione e rispose: “Perché i produttori di sigarette mettono i soldi per pagare i piloti. E io considero i piloti accessori delle mie auto”.
Storie di uomini i motori. La stagione di Formula uno che inizierà il 26 marzo da Melbourne è annunciata come quella della svolta tecnologica. Macchine capaci di andare più veloci di 5 secondi al giro (un’eternità in F1), motori che sprigionano quasi mille cavalli e spingono fino a velocità superiori ai 350 km/h. Gomme in grado di fornire tanta aderenza che perfino in curva si può spingere al massimo l’acceleratore.
Eppure questa rischia di essere soprattutto la stagione dei piloti. Perché la posta in palio è altissima per tutti, ma proprio tutti, i grandi campioni in pista. Ognuno si gioca qualcosa che può condizionare la classifica.
Prendete Fernando Alonso. Era andato via dalla Ferrari perché era convinto che la Rossa non avrebbe mai vinto. Si è fatto ricoprire d’oro dalla McLaren (si parla di cifre vicine ai 30 milioni a stagione) eppure ha per le mani una macchina lentissima. Questo hanno detto i test in corso a Barcellona. La McLaren non va, sconta problemi al motore Honda che è lecito definire imbarazzanti. Alonso aveva provato ad accasarsi in Mercedes quando Rosberg ha annunciato il ritiro ma ha trovato la strada sbarrata da una scuderia che ha preferito non creare fastidi ad Hamilton. E ora tutti pensano che questa per Alonso potrebbe essere l’ultima stagione: se non risorge insieme alla McLaren potrebbe ritirarsi (sempre che la Mercedes non gli apra le porte a sorpresa).
E qui arriviamo a chi ha tutto da perdere. In Mercedes hanno una macchina che i test di Barcellona segnalano già più veloce di tutte le altre, si parla anche di mezzo secondo al giro. Il nodo sono i piloti. Hamilton l’anno scorso si è fatto battere da Rosberg, si è fatto accusare di avere una vita sregolata per un campione – fatta di party e foto su instagram – e ora ha ottenuto di non avere al fianco compagni ingombranti. Non può permettersi di sbagliare. Al primo errore finirà sotto processo e la pressione sarà altissima: su questo sperano in Ferrari. Al suo fianco ha Valtteri Bottas, che nei test sta facendo molto bene, ma che ha un contratto a termine: un solo anno, se fallisce è fuori e difficilmente dopo un flop nel team migliore avrà un’altra chance di valore. Deve mettere in difficoltà Hamilton o è finita anche per lui.
I test di Barcellona hanno detto anche che la Red Bull è una incognita. Tutti si aspettavano una macchina-fionda. Invece nuovi guai al motore Renault la stanno rallentando. Ma il team austriaco ha in assoluto i due piloti che si giocano di più. Daniel Ricciardo potrebbe avere per la prima volta una macchina in grado di lottare per il titolo e deve dimostrare di essere all’altezza. Ma è evidente che il team sogna il colpaccio con il giovane Max Verstappen. Dopo gli elogi dei primi due anni il ragazzino deve dimostrare di essere all’altezza di vincere. Gestirà la pressione? Chi fra Ricciardo e Verstappen prevarrà nel team? Solo uno dei due della fine della stagione verrà considerato un campione, l’altro sarà per sempre un secondo.
E poi c’è la Ferrari. E ci sono Vettel e Raikkonen, che si giocano tutto a testa o croce. Se la macchina non va, come l’anno scorso, saranno “assolti” da colpe: il finlandese probabilmente si ritirerà e Vettel inseguirà il sedile di Bottas alla Mercedes. Entrambi i piloti sono in scadenza di contratto: questo darà il coltello dalla parte del manico alla Ferrari solo se la macchina è buona, altrimenti sarà difficile trattenere i campioni e dall’anno prossimo si dovrà ripartire da capo con un’altra rivoluzione. Ma se la macchina va, Vettel e Raikkonen saranno innanzitutto due “nemici” pronti a sfidarsi. La Ferrari nei test è stata la vera sorpresa. Sempre veloce, anche in condizioni difficili: ha percorso molti giri con le gomme soft o medie facendo gli stessi tempi della Mercedes che montava gomme più performanti. Che vuol dire? Difficile dirlo: se i tedeschi non si sono nascosti, vuol dire che la Ferrai è nata bene. E che la sfida ora è farla crescere, cioè svilupparla, bene. In passato questo è stato il vero tallone d’Achille del Cavallino. E anche adesso è la vera incognita.
Comunque vada a finire, di sicuro nessuno potrà parlare di sfortuna. Vincere o perdere dipenderà da questi uomini. Anche su questo Enzo Ferrari non accettava scuse: “La sfortuna non esiste, esiste solo l’incapacità di fare o prevedere”.
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