TORINO. La convocazione del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, da parte della Commissione parlamentare Antimafia - che inizierà già mercoledì prossimo ascoltando il legale, l’avvocato Luigi Chiappero - e il possibile deferimento dello stesso Agnelli, di alcuni dirigenti e della società da parte della Figc - che però sottolinea che sta ancora valutan do gli atti - per i presunti contatti con esponenti della 'ndrangheta: per i bianconeri le prossime rischiano di essere giornate difficili. Oggi il procuratore della Federazione italiana gioco calcio, Giuseppe Pecoraro, in Antimafia ha detto che dai documenti arrivati dalla Procura di Torino, «si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno. Rocco Dominello ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti». Pecoraro ha poi aggiunto che «i dirigenti che hanno contatti con queste persone sono: Merulla, Calvo, D’Angelo e il presidente Agnelli. Anche il dg Marotta ha avuto rapporto seppure occasionale col mondo degli ultras ma non è stato coinvolto dalla conclusione delle indagini». A stretto giro è arrivato un tweet di Andrea Agnelli. «Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è falso». Nel memoriale che lo scorso luglio inoltrò alla procura di Torino nel quadro dell’inchiesta Alto Piemonte, Andrea Agnelli assicurò che non ci sono stati «né sconti né omaggi» in occasione della cessione di biglietti della Juve a gruppi ultras. Il presidente spiegò che ad occuparsi della questione fu Alessandro D’Angelo, capo della sicurezza del club. Ma le indagini dicono che un ex capo ultras (che compare fra i 23 indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio) avrebbe messo in contatto un componente della famiglia Dominello con la dirigenza della Juventus. Fu steso, secondo gli inquirenti, un vero e proprio patto: il boss avrebbe fatto da portavoce ad alcuni gruppi della tifoseria organizzata, mantenendo «la pace nella curva», e in cambio avrebbe ricevuto quote di biglietti da distribuire ai supporter o da trattenere per sé e destinare al bagarinaggio. A carico della società bianconera non sono emersi tuttavia reati penali ma le carte sono passate alla procura della Figc. Nelle scorse settimane il procuratore Pecoraro ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini e l’intenzione - stando anche a quanto si è appreso oggi in ambienti della Commissione Antimafia - sarebbe di procedere con il deferimento di Andrea Agnelli e di alcuni fra dirigenti, ex dirigenti e funzionari, nonché della stessa Juventus a titolo di responsabilità diretta e oggettiva. La decisione dovrebbe arrivare nel giro di pochi giorni. Su questo punto, però, lo stesso Pecoraro ha precisato che la valutazione è ancora in corso e che sono possibili diversi scenari. «Ieri sera - ha detto all’Ansa - mi sono pervenute le carte della memoria difensiva della Juve: le valuterò attentamente, poi prenderò una decisione con i miei collaboratori. Alla base della mia audizione di oggi - tiene a ribadire Pecoraro - ci sono le carte che mi state trasmesse dalla Procura della Repubblica di Torino: e io ho parlato di contatti, ma non di rapporti. A questo punto - spiega - nell’inchiesta sportiva su questa vicenda io ho tre possibilità. Se trovo convincenti le osservazioni della Juve, archivio: altrimenti c'è il patteggiamento o il deferimento». Più tardi, con una nota, ribadisce gli stessi concetti, sottolineando che la «attenta valutazione» delle memorie della Juventus è tuttora in corso e che solo al termine «prenderemo le nostre determinazioni. Tra l'altro, ho chiesto che l’audizione odierna fosse secretata, proprio perché ci sono ancora valutazioni in corso». «Agnelli dice di non aver mai incontrato boss mafiosi. Ma risulta dagli atti, proprio per questo gli chiederemo di venirci a spiegare in Antimafia», osserva Marco Di Lello (Pd), presidente del comitato Mafia e sport della Commissione parlamentare antimafia. «Vogliamo fare chiarezza, andare fino in fondo e far capire che poteri forti non ce ne sono», aggiunge il co-presidente del comitato. Pecoraro ha anche parlato in Antimafia di casi di pedofilia nel calcio e annunciato «in tempi brevi un Dipartimento che abbia» le funzioni «di casellario giudiziario». L’Antimafia ascolterà prossimamente anche procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino, Armando Spataro.