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Belotti, mister 150 milioni
L'Italia pazza dell'ex rosanero

Andrea Belotti

TORINO. Dici Andrea Belotti e pensi subito a Paolo Pulici, attaccante del Torino capace di segnare gol a grappoli come il 'Gallo' in questa stagione. Un paragone facile, forse scontato, tranne che per Puliciclone, che nel suo erede vede di più le movenze di Graziani, suo gemello del gol ai tempi dell'ultimo scudetto granata.

"Per come gioca, per la sua predisposizione ad aiutare la squadra sembra più Ciccio", è il giudizio d'autore del più grande marcatore del Toro di sempre. Tecnica e coraggio, 'Pupi' dà poi un consiglio al presidente Urbano Cairo: "Per ottenere certi risultati, bisogna rinunciare a certi guadagni". Il riferimento, neppure troppo velato, è alla clausola da 100 milioni di euro prevista dal contratto del numero 9, che con la tripletta al Palermo è balzato in testa alla classifica dei bomber con 22 gol. "Pianelli ha avuto la forza e il coraggio di non dar via i giocatori più bravi, costruendo la squadra che poi vinse lo scudetto".

Era il 1976 e da allora sono passati 41 anni con tanti dolori e poche gioie per i tifosi del Toro. Una di queste ultime è proprio Belotti, acquistato nell'estate del 2015 dal Palermo che ieri ha giustiziato con un investimento di poco superiore agli otto milioni di euro. Nulla in confronto alla clausola, valida soltanto per l'estero, che Cairo vorrebbe aumentare a 150 milioni.

"Belotti è un bergamasco doc, ha il carattere tosto di quelle zone, lottano sempre, non mollano mai e hanno fame", osserva 'Pupigol', per tre volte migliore marcatore della serie A negli anni Settanta. Ben 172 le reti realizzate in quindici anni al Toro, tanti quanti quelli che augura ora al nuovo idolo della Maratona. "Dal Torino non sarei mai andato via, mi hanno obbligato - ricorda Pulici, ceduto all'Udinese dopo alcuni dissapori con l'allora direttore sportivo Luciano Moggi -. Quando vai via da un posto in cui ti sei trovato bene, è sempre difficile.

La storia del Torino è piena di giocatori che sembravano fenomeni per poi scomparire una volta abbandonato il granata: bisogna saper dire no, rinunciare a due lire in più per rimanere in un posto dove stai dando tanto e puoi dare ancora tanto". Urbano Cairo, probabilmente, spera che Belotti dia retta a Pulici. "E' un ragazzo affezionato al Toro e io ho voglia di investire - dice il presidente granata -. Il mio obiettivo è di non vendere nessuno, semmai rinsaldare quelle cose che sono andate un pochino meno bene".

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