ST.MORITZ. Seconda gara ai mondiali di St. Moritz e secondo flop per l'Italia. Dopo il superG donne di ieri, anche il superG uomini ha infatti visto l'Italia segnare il passo in due discipline che erano comunque - visto l'andamento stagionale - tra le piu« adatte per poter legittimamente puntare a medaglia. Invece niente: nè Sofia Goggia nè Dominik Paris e Peter Fill sono riusciti a fare il risultato che l'Italia dello sci si attendeva da loro. La bergamasca Goggia è arrivata solo decima nella sua gara mentre a sua volta il quotatissimo Paris si è piazzato soltanto in nona posizione nel suo superg. Troppo lontani dal podio, come dire che mai una medaglia è stata concretamente nei loro mezzi in queste due gare. E cominciano a serpeggiare i primi dubbi anche su quello che potrebbe succedere nelle due gare veloci per eccellenza, la discesa uomini di sabato e quella donne di domenica. Intanto è il Canada a festeggiare. Erik Guay è il nuovo campione del mondo di superG in una gara vinta con scioltezza in 1.25.38 sul norvegese Kjetil Jansrud, argento in 1.25.83. Non bastasse, il bronzo all'altro canadese Manuel Osborne-Paradis in 1.25.89 che a sua volta ha buttato fuori dl podio l'altro norvegese Aleksander Kilde. La gara è stata decisamente più difficile di quanto molti si aspettassero. I 1920 metri della pista Corviglia - tutta mammelloni, lunghi ed alti salti e curve centrifughe - non è davvero una passeggiata. In più si gareggia in campo aperto, sopra i 2.000 metri di quota con visibilità assolutamente precaria quando il cielo è coperto. Cielo e neve si confondono è non si riconoscono le asperità del terreno, tutto è una massa lattiginosa indistinta. Si viaggia pertanto sempre un pò 'con il freno tiratò, oppure chi osa può venire subito punito da un errore, come successo a Paris su uno dei salti più lunghi della Corviglia dove ha dovuto reimpostare in volo la giusta traiettoria. L'unico che pare comunque aver capito qualcosa di queste pista in funzione della futura discesa è Peter Fill, non a caso il piu» solido ed esperto degli azzurri. «Sono riuscito in alcuni tratti a fare proprio quello che volevo e questo per me è positivo soprattutto in funzione della discesa, la mia gara», ha detto Peter, ridando fiato alle speranze azzurre. Fill ha chiuso undicesimo in 1.26.49. Poi in classifica ci sono Mattia Casse, 19/o in 1.27.29, ed Emanuele Buzzi, 23/o in 1.27.54. Una parola va spesa per il canadese Guay, atleta da grandi eventi. Erik ha 35 anni, è già stato campione mondiale di discesa a Garmisch nel 2011 ed ha vinto una coppa di superG. Buono anche il palmares in coppa del mondo, con cinque vittorie e altri 19 podi. Il 27 gennaio scorso, nel superg di Garmisch, Guay era stato protagonista senza danni di una drammatica caduta su un salto molto simile a quelli della Corviglia di St. Moritz. Evidentemente la lezione gli è servita. Intanto domani niente garr ma solo prove cronometrate. Il prossimo appuntamento con le medaglie è per venerdì con la combinata donne.