ROMA. Sotto gli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un'Italia dalla doppia faccia resiste un solo tempo nella gara d'esordio del 6 Nazioni 2017, poi il Galles dilaga. Nella prima frazione, azzurri avanti con la meta di Gori e la trasformazione di Canna. Non è tutto, perchè Parisse e soci difendono con umiltà operaia e resistono con caparbietà alle cariche dei gallesi che si gettano a testa bassa su ogni ovale.
Così gli azzurri vanno al riposo in vantaggio per 7-3, poi nella ripresa torna la solita Italia, c'è il crollo e un parziale impietoso: 30-0 per il Galles. Come dire che «l'intensità costante» auspicata da ÒShea alla vigilia nei secondi 40' proprio non si è vista. L'Italrugby torna ad essere quella vista in troppe occasioni e sempre in perfetto orario, dopo un'ora di gioco. Infatti il momento cruciale è al 20' del secondo tempo, quando Lovotti esce dal campo per un'espulsione temporanea di 10' a causa di alcuni crolli di mischia e gli azzurri restano con un uomo in meno. In breve i gallesi sfondano ben due volte in meta, prima con Jonathan Davies poi con Liam Williams, prima di chiudere il conto nel finale con la meta di George North e l'impresa sfiorata della quarta meta (negata a tempo scaduto con l'ausilio del Tmo) che avrebbe significato bonus.
Al termine del match, Conor ÒShea la analizza così: «Abbiamo una grossa sfida per cambiare molto della nostra mentalità, nel secondo tempo è venuta meno la nostra disciplina, la sfida che abbiamo è cambiare la percezione per far sì che i rossi e i blu appaiano nello stesso modo», spiega il ct azzurro. «Siamo stati la miglior squadra nel primo tempo - ha aggiunto il coach in conferenza stampa - ma alla fine lo è stata il Galles. Dobbiamo anche essere sicuri di cambiare la percezione di come le persone guardando a noi in modo da essere arbitri in modo equo in campo. Ora ripartiamo dal lavoro, durante il primo tempo molte cose che mi sono piaciute, molti aspetti positivi». L'irlandese esclude che sia colpa dell'arbitraggio dell'inglese Doyle ma allo stesso tempo osserva che è «impossibile vincere una partita come quella di oggi con soli cinque calci fischiati a favore e 15 contro...» e su questo anche il capitano Sergio Parisse tiene a dire la sua sull'arbitraggio: «Siamo l'Italia, è così. Per cambiare le cose dobbiamo essere molto più competitivi in campo, io più che mettere pressione all'arbitro non potevo fare ma siamo stati noi indisciplinati e forse è giusto così...». «Le partite durano 80 minuti - ammette il capitano - il primo tempo è stato abbastanza buono ma anche a fine primo tempo abbiamo commesso troppi falli e nel secondo tempo la disciplina è stata disastrosa. Non sono colpe dell'arbitro, sono state colpe nostre. Abbiamo perso completamente la testa, concedendo calci banali e la possibilità al Galles di prendere il punteggio e giocare con più tranquillità».
Non a caso, man of the match è stato eletto Leigh Halfpenny, che da solo con i suoi calci piazzati ha realizzato ben 12 punti concretizzando la rimonta prima delle tre mete gallesi. «I gallesi hanno giocato abbastanza sporco ma sono stati bravi - osserva ancora Parisse - con qualche calcio in più a favore magari avremmo potuto realizzare qualche punto in più...». Non cerca alibi invece Edoardo Gori: «Ha poco senso parlare degli arbitri, abbiamo fatto noi i falli. Dobbiamo lavorare per non essere fischiati noi». Sabato si replica, all'Olimpico arriva l'Irlanda, la squadra che a novembre ha battuto gli All Blacks a Chicago. Per ÒShea, ex giocatore del XV verde, il derby personale rischia di trasformarsi in disfatta.
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