MILANO. E' stato la voce della Formula 1. L'ha portata nelle case, è stato un pioniere, quando ancora non c'erano mille telecamere sul circuito lui riusciva a raccontare tutto, anche quello che non si vedeva. Si è spento a 87 Mario Poltronieri, giornalista Rai, indimenticabile e indimenticato da appassionati e non.
Figlio del violinista Alberto Poltronieri, dopo un'esperienza come pilota e collaudatore per la Abarth (nel corso della sua carriera stabilì 112 record di velocità sulle curve sopraelevate del circuito di Monza e corse la Mille Miglia dal 1954 al 1957), iniziò a lavorare per la Rai a partire dal 1961, impartendo lezioni di guida in una rubrica del lunedì sera intitolata Ruote e strade[senza fonte]. A partire dal 1964 iniziò la propria attività come giornalista sportivo commentando gli incontri della Nazionale di baseball italiana per poi prendere il posto di Piero Casucci nel ruolo di commentatore dei gran premi di motociclismo e Formula 1.
Assunto definitivamente in RAI a partire dal 1971, per oltre vent'anni Poltronieri condurrà trasmissioni e telegiornali a carattere sportivo, ricoprendo nel contempo il ruolo di commentatore Rai nelle gare del Mondiale di Formula 1, dapprima da solo e in seguito assieme ad altri giornalisti o esperti del settore (fra cui Ezio Zermiani e Clay Regazzoni). Pensionato al termine della stagione 1994, negli anni successivi Poltronieri collaborerà come esperto per alcune emittenti televisive, fra cui la stessa Rai (dove condurrà, nella stagione 1995, il Processo alla Formula 1), Odeon TV (dove curava il Processo al Gran Premio assieme a Marcello Sabbatini e Alberto Bortolotti, in diretta la domenica sera) ed Eurosport.
Caricamento commenti
Commenta la notizia