WINDSOR. Federica Pellegrini infinita, vince l'oro ai mondiali di nuoto in vasca corta in corso a Windsor, Canada, con una superba prestazione nei 200 sl, la sua specialità.
La campionessa veneta ha trionfato con il tempo di 1'51«73,lasciandosi alle spalle la fortissima ungherese Katinka Hosszu 1'52»28 considerata favorita alla vigilia, e la canadese Taylor Ruck in 1'52" 50.
La prima giornata della 13ma edizione dei Mondiali in vasca corta di Windsor, in Canada, si illumina subito d'azzurro dunque, con una scatenata Federica Pellegrini che prima vince l'oro nei 200 stile libero in 1'51«73, miglior prestazione italiana in tessuto e suo miglior tempo mai nuotato dopo il record 'gommatò del 2009 agli europei di Istanbul, e poi trascina la staffetta 4x100 stile libero ad un argento mai conquistato prima. Una giornata perfetta che le regala l'unica gemma che mancava alla sua preziosa collezione: l'oro mondiale in vasca corta.
Sono quarantasei così le medaglie internazionali tra europei, mondiali e olimpiadi di un'atleta intramontabile capace di risalire sullo stesso podio a dieci anni di distanza da Shanghai 2006 (lì battuta dalla cinese Yang Yu) e a quattro mesi dalla delusione del quarto posto delle Olimpiadi di Rio. Nei 200 stile libero la 'Divinà ha surclassato in rimonta l'ungherese Katinka Hosszu, accreditata alla vigilia del primo crono mondiale (1'52»08), che è poi giunta seconda, dopo esser stata sotto il record del mondo per 150 metri. Terza la giovanissima canadese Taylor Ruck, classe 2000, che chiude in 1'52" 50.
«Sono contentissima, questa medaglia chiude il cerchio di una carriera -ha dichiarato felicissima Federica Pellegrini dopo il trionfo nella gara dei 200 sl ai mondiali di nuoto in vasca corta in corso da ieri a Windsor, Canada - nuotavo in corsia tre e per un pò ho pensato a quella dannata finale olimpica di Rio. Soprattutto il pregara è stato difficile. Poi mi sono sciolta, sono entrata in acqua ed ho disputato la gara perfetta in rimonta come piace a me. Battere una come Katinka Hosszu (tre ori ed un argento a Rio, ndr) è sempre difficile e stimolante. L'avevamo preparata così con il mio allenatore Matteo Giunta ed è riuscita una gara perfetta. Questa medaglia è il frutto del sacrificio e della voglia di non mollare mai che fanno parte del mio dna anche a 28 anni».
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