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Pioli verso la panchina dell'Inter, Marcelino lascia Milano

MILANO. Marcelino Garcia Toral torna mestamente a casa, il Suning preferisce Stefano Pioli che, salvo ulteriori colpi di scena, sarà il prossimo allenatore dell'Inter, il quarto in tre mesi. Dopo tre giorni di casting e colloqui, di depistaggi, fughe di notizie e continue oscillazioni nel barometro del gradimento, i cinesi rompono gli indugi e sposano la linea italiana di Giovanni Gardini e Piero Ausilio anche per coinvolgerli nelle responsabilità.

Il meno accreditato della vigilia, Pioli, batte al fotofinish Marcelino. Zola era l'ultima ipotesi. I nuovi proprietari sacrificano la loro vocazione internazionale e si lasciano convincere nel corso del summit di questa mattina con la componente italiana. I giochi sono fatti ma l'Inter resta in silenzio. Solo nel primo pomeriggio, un comunicato annuncia che l'ufficialità arriverà martedì insieme alla notizia del nuovo Ceo in seguito al licenziamento di Michael Bolingbroke. Pioli deve prima risolvere il rapporto di lavoro con la Lazio e con Lotito, operazione che potrebbe rappresentare l'ultima incognita.

Marcelino Garcia Toral, ex Villareal,  era l'uomo preferito dal Suning tanto da fermarsi a Milano a oltranza. Va a dormire da allenatore dell'Inter ma, all'indomani, tutto cambia improvvisamente. Virata su Pioli, un nome che segna una rottura rispetto a Frank De Boer, mandato allo sbaraglio da Erick Thohir. Non si può reiterare l'errore e quindi meglio andare sull'usato sicuro. E anche il potente procuratore anglo-iraniano Kia Joorabchian, consulente del Suning, ammette che quella di Pioli è la scelta migliore. Cadono le ultime resistenze e il casting può dirsi concluso. Tre allenatori in lizza, nessuno di primo piano, una squadra in crisi, una procedura cervellotica e incomprensibile che sfiora il ridicolo e che va avanti da lunedì scorso nell'ilarità generale. Proprio Paolo Bonolis, tifoso storico, commenta acido: «L'importante è che non chiamino Fedez».

L'Inter dei cinesi non decolla, è nel caos, fra divisioni e prime epurazioni. Paga Bolingbroke per le sue improvvide parole su De Boer pronunciate il 28 ottobre all'assemblea dei soci: «Siamo al 100% con Frank. Durante la sosta invernale, sarà il primo momento in cui avrà dieci giorni da passare con i giocatori, noi, ripeto siamo con lui al 100%». Non fu da meno Ausilio: «Nessun allenatore è stato contattato. Sfido chiunque a dire il contrario. La panchina dell'Inter è di Frank de Boer».  «Quando faccio le mie dichiarazioni sono sempre sincere...», dice oggi prima della partita.

Giravolte ardite ed equilibrismi impossibili in attesa dei rinnovi contrattuali, in scadenza Ausilio e Gardini. Alla fine, il Suning fa cadere la prima testa, quella di Bolingbroke, forse preludio all'uscita di Thohir. Nuovi ribaltoni si annunciano, il casting finalmente termina ma la telenovela dell'Inter non finisce qui.

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