MILANO. Una magia di Montella, un sortilegio per Allegri che a San Siro non sa piu' vincere: il Milan batte la Juventus con un gran gol di Locatelli, accorcia le distanze in classifica, va a due punti dai bianconeri (19), confermando un ottimo secondo posto che non e' piu' da considerarsi una casualita'.
Finisce con una grande festa rossonera la sfida Milan-Juventus che incorona il giovane Locatelli uomo-partita decisivo e letale. Per lui una gioia incontenibile, per la Juventus uno smacco, un vero affronto anche per un gol regolare di Pjanic annullato da Rizzoli che fa dietrofront dopo averlo convalidato.
Potrebbe essere l'ultima sfida tra Milan e Juventus per Silvio Berlusconi perche' il closing si farà entro novembre, assicura Galliani. Il Milan ci crede, vuole sfatare il tabu' bianconero, chiama a raccolta i tifosi che accorrono a San Siro, sold out come da tempo non si vedeva. Montella non crede al ruolo di anti-Juve della sua squadra, teme i troppi complimenti e sente anche odore di trappola. Adesso pero' cambia tutto con il Milan che riapre il campionato ed e' il principale antagonista della Juventus.
Montella schiera il tridente Bacca, Niang, Suso al quale risponde Allegri con la coppia di fuoriclasse Dybala-Higuain. La partita si accende subito con la Juventus memore dello smacco di San Siro contro l'Inter ed e' Alex Sandro il suo uomo piu' pericoloso, almeno nel primo tempo. Pjanic sta bene, cerca la punizione alla Pirlo. Il Milan sembra soffrire un po' troppo ma si scuote dalla paura e inizia a macinare. Suso prova il tiro a giro, Buffon devia in corner, poi Locatelli cerca il bis del gol contro il Sassuolo (che arrivera' nel secondo tempo).
La partita è intensa, equilibrata ma spigolosa: le squadre cercano la vittoria e si affrontano a viso aperto. Ancora Alex Sandro si fa sotto con un colpo di testa piuttosto debole, poi Dybala mette paura al Milan con una girata in area neutralizzata da Donnarumma. Il Milan guadagna campo e Paletta prova a sorprendere Buffon.
Dybala raccoglie un buon pallone sulla trequarti e si inventa un tiro dalla sua meta' campo che finisce fuori, velleitario il suo tentativo. Sfortunato il campioncino argentino che si fa anche male e viene sostituito da Cuadrado. Al 36' accade un episodio sul quale si discutera' a lungo e che forse pareggia i conti con il destino, con l'ingiustizia subita dal Milan, guidato proprio da Allegri, nel febbraio 2012 quando fu annullato il famoso gol di Muntari. Punizione di Pjanic che finisce in rete. La rete viene prima convalidata dall'arbitro Rizzoli tra le proteste vibranti del Milan. Pochi secondi dopo, l'assistente Cariolato si mette a confabulare con il direttore di gara che decide di annullare tutto per un presunto fuorigioco di Bonucci.
La Juventus accusa il colpo anche perche' il gol e' regolare. Nel secondo tempo si teme la reazione rabbiosa della Juventus ma il Milan tiene, nonostante gli assalti. Higuain non c'e', non entra mai in partita e il peso della sua assenza si avverte. Cuadrado vuole segnare come in Champions ma la serata e' stregata e fallisce gia' all'inizio della ripresa. Non in vena neanche Bacca e Niang ai quali manca il colpo finale.
Per il Pipita giusto un tiro murato dalla difesa rossonera e qualche numero fine a se stesso. Al 20' prodezza di Suso che consegna a Locatelli: freddezza da killer, destro imprendibile che trafigge Buffon. Montella sostituisce Niang che esce rabbuiato. Al suo posto Poli. La Juventus non e' lucida: Hernandes cerca la conclusione personale, poi improduttiva incursione di Cuadrado. Ancora un tiro di Dani Alves.
Allegri gioca la carta Mandzukic mentre il Milan si fa pericoloso con Suso. Al 39' paura per Donnarumma travolto da Pjanic. Ultimi assalti nei 5 minuti di recupero che producono un colpo di testa di Sturaro entrato al posto di Hernanes. All'ultimo secondo, gran destro di Khedira e miracolo di Donnarumma. Esplode San Siro al triplice fischio: applausi convinti e meritati per il Milan, sfrontato, giovane e affamato come il suo allenatore Montella che, dopo tanta strada, arriva a Milano per firmare forse il suo capolavoro piu' grande.
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