ROMA. Per festeggiare il traguardo dei 50 anni, che Alex Zanardi raggiungerà domani, la ricetta è quella di sdrammatizzare. «Andrò a cena con degli amici, niente di speciale - dice il plurimedagliato atleta paralimpico - Sarà la scusa per ritrovarsi con le persone più care. Farò discorsi? No, assolutamente, l'occasione servirà solo a scherzare un pò, a prenderci in giro, che è quel che ogni tanto si deve fare».
Nel futuro prossimo di Zanardi sembra esserci il ritorno all'automobilismo, suo fatale primo grande amore; ma lui, almeno per ora, non conferma nulla. «Stanno scrivendo di tutto su questa storia, qualcuno persino con i dettagli, come quello per cui sarei atteso a Le Mans - ride l'azzurro al telefono con l'Ansa - Ma invece non c'è ancora nulla di sicuro. La verità è che io la mia carriera l'ho fatta e non sto qui a bramare per nessun obiettivo. Poi, è chiaro, sarebbe sciocco non cogliere delle opportunità che vengono offerte». Porta, dunque, più che mai aperta, soprattutto dopo gli ottimi auspici della vittoria, una settimana fa al Mugello, dell'ultima gara stagionale del Campionato italiano Gran Turismo, cui Zanardi ha preso parte alla guida di una Bmw M6, interrompendo uno stop di quindici mesi. «Io non so che cosa sia la noia - continua Zanardi - È anche uscito da poco un mio libro (edito da Rizzoli e scritto con il giornalista e amico Gianluca Gasparini, ndr): lo sento molto mio, farina del mio sacco. Il titolo è una metafora vera: »Volevo solo pedalare... ma sono inciampato in una seconda vita«. Ed è proprio così: sono davvero inciampato in tutto questo, non era il risultato a cui puntavo».
Recentemente ha avuto molto spazio mediatico la foto dell'altra paralimpica Bebe Vio con il presidente Barack Obama: uno spot per i successi dell'Italia, ma anche per il movimento tutto, sempre alla ricerca di un pieno riconoscimento da parte del pubblico, al di là di buonismi e retorica. «Sono contagiato dalla simpatia di quella ragazza - rivela Zanardi -. I personaggi come lei, quando iniziano ad essere più esposti, sono delle luci che illuminano un palcoscenico in cui la gente scorge qualcosa d'interessante da guardare. Le Paralimpiadi di quest'anno sono state molto importanti: la percezione generale nei nostri confronti sta cambiando e ciò ha delle ricadute positive anche nella vita di tutti i giorni, al di fuori dello sport. Non rivendico nessun credito, ma il fatto che i miei successi aiutino a diffondere un messaggio positivo, non può che farmi felice». Un obiettivo che, nel suo caso, potrebbe continuare ad essere perseguito anche da ex atleta, fra qualche tempo, quando la sua notorietà potrebbe comunque consentirgli di avere un'influenza. «Ma per questo non credo di avere la stoffa - si schermisce Zanardi all'idea di un ruolo futuro - Non lo posso escludere, ma non credo di averne il talento. Ora comunque non ci sto pensando. Certamente è vero che molte cose che ho fatto nella vita non avrei mai immaginato di farle: sono nate casualmente e le ho realizzate perchè sono un »testone« e sono sempre spinto dalla curiosità. Gli imprevisti che capitano nella vita possono essere anche sfruttati per arrivare a qualcos'altro: la mia storia insegna...».
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