MILANO. Domenica maledetta domenica per l'Inter, sconfitta 2-1 in casa da un grande Cagliari, devastata dalle polemiche provocate da Icardi che sbaglia pure un rigore, contestata impietosamente dai tifosi. Torna in bilico Frank De Boer che, per l'ennesima volta, si prende i fischi e dimostra di avere scarsa dimestichezza con il calcio italiano. Non riesce a cambiare la partita, sbaglia tutto e anche i cambi finiscono per peggiorare la situazione. Terza sconfitta di seguito per i nerazzurri ormai in crisi, undicesimi in classifica a dieci punti dalla Juventus e lontani dalla zona Champions. Clima surreale a San Siro: 'galeotto' il libro autobiografico firmato da Mauro Icardi che, a modo suo, descrive i fatti che seguirono alla partita contro il Sassuolo a febbraio 2015. Parole grosse contro gli ultras che reagiscono nonostante le scuse in extremis del capitano. I tifosi si dividono ma la Nord insulta e provoca Icardi, gli dà del pagliaccio, gli chiede di togliersi la fascia di capitano. L'argentino sente la pressione, perde il sangue freddo e in campo è praticamente nullo. Per tutta la partita viene provocato e attaccato. Zanetti rincara la dose e minaccia provvedimenti a carico dell'attaccante, interpretando - forse con troppa fretta - i sentimenti degli ultras. La partita nasce sotto una cattiva stella. In campo l'Inter non c'è. I nerazzurri sono lenti, troppo solisti, prevedibili e molli. Quando non gira Icardi, la squadra sembra monca. Non ci sono iniziativa, nè fantasia, nè coraggio. A tenere a galla l'Inter, solo Joao Mario e Handanovic che fino a un certo punto salva la partita e l'orgoglio per poi crollare nel finale, macchiandosi addirittura di una autorete. La partita non è bella e la svolta arriva al 26': rigore in favore dell'Inter per fallo in area di Bruno Alves su Icardi. Il capitano nerazzurro non è sereno e spedisce a lato. È il primo segnale che le cose non girano. Il Cagliari è attendista ma piano piano prende fiducia e ci prova con Padoin. Risponde Joao Mario con una bella conclusione di sinistro al volo. Tenta Perisic, poi Candreva e ancora Joao Mario. A tenere banco sono però gli ultras che spengono definitivamente Icardi, praticamente impietrito. Nel secondo tempo la partita non sembra cambiare: sale in cattedra il Cagliari dopo una grande occasione dell'Inter al 6' con Perisic. Handanovic compie un doppio miracolo su Melchiorri e Sau, arriva Pisacane che mette in rete ma è in fuorigioco. Arriva però il gol di Joao Mario che approfitta di una incertezza di Storari e, da due passi, mette in rete. Potrebbe essere la svolta. In realtà è un fuoco di paglia perchè puntuale arriva la reazione decisa del Cagliari. Handanovic compie l'ennesima prodezza su Di Gennaro. De Boer sostituisce un non brillante Banega con Gnoukouri, mentre Rastelli cambia Sau con Borriello. Al 23' Icardi ha la palla del raddoppio ma la spreca. Tre minuti ed ecco che Melchiorri, agevolato da un rimpallo fortunato, agguanta il pari e si scatena, poco dopo manca di un soffio il raddoppio e poi perfino il tris. Ma è lui il protagonista della vittoria insieme ad Handanovic che esce a vuoto sugli sviluppi di un corner, calcia Melchiorri, devia Murillo e il portiere, nel tentativo di recuperare la posizione, si trascina praticamente la palla in rete. Quasi una favola per Melchiorri che batte l'Inter dopo aver vinto una partita molto più difficile, quella contro una brutta malattia che lo ha colpito nel 2010. Dilaga il Cagliari sul finale e l'Inter rischia l'umiliazione, a niente serve l'ingresso di Jovetic ed Eder. E spicca l'assenza della società, colta di sorpresa dalle ambizioni letterarie del suo capitano. Troppo fragile De Boer che potrebbe diventare il capro espiatorio di una situazione esplosiva e in parte fuori controllo. Ne è consapevole il tecnico che, a malincuore, ammette: «È il momento più difficile da quando sono arrivato in Italia. Ci siamo dimenticati di giocare dopo il vantaggio». Le contestazioni dei tifosi dell'Inter nei confronti di Mauro Icardi sono proseguite anche dopo la partita con il Cagliari, quando un gruppo di ultras si è recato sotto casa dell'attaccante nerazzurro. Cori insultanti e striscioni esposti da una trentina di tifosi ma, secondo alcuni testimoni, Mauro Icardi e la sua famiglia erano già rientrati in casa. "Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o la fai da infame?", è il testo dello striscione esposto sotto casa. Lo striscione è un chiaro riferimento alle parole di Icardi riportate nella sua autobiografia in cui sfidava gli ultras con queste parole: «Sono pronto ad affrontarli ad uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall'Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo».