LONDRA. Basta un tempo, il primo, al Chelsea per avere la meglio di quel che resta del Leicester dei miracoli: sorride Antonio Conte, per Claudio Ranieri un'altra sconfitta. La quarta, in otto uscite domestiche, per le Foxes che solo cinque mesi fa festeggiavano allo Stamford Bridge uno dei più clamorosi trionfi sportivi di sempre. Ma che oggi, soprattutto nella prima frazione, hanno dato prova di disarmante arrendevolezza, scarsa intensità, poche idee e confuse. «Quando affronti il Chelsea l'attenzione deve essere sempre al massimo - il commento sconsolato a fine gara di Ranieri -. Non abbiamo avuto un buon approccio alla partita, forse eravamo un pò nervosi. Ma dobbiamo reagire perchè martedì c'è la Champions League». Di contro il Chelsea risale, in classifica e autostima, dopo la seconda vittoria consecutiva, utile anche a puntellare la panchina di Conte, investito alla vigilia della partita da indiscrezioni su un possibile (non meno che clamoroso) esonero. «È stata la nostra migliore partita fin qui - la soddisfazione di Conte -. Sono contento perchè avevo chiesto ai miei giocatori di mettere in campo subito grande intensità e mi hanno accontentato». A sbloccare il punteggio in apertura la partita è Diego Costa, dimenticato dalla difesa ospite solo in area, che da due passi non può sbagliare. Settimo gol in campionato per il centravanti spagnolo, gol n.39 con la maglia del Chelsea. La reazione del Leicester è impalpabile così sono ancora padroni di casa, dopo un palo su punizione di David Luiz, a trovare la rete che vale il raddoppio. Sugli sviluppi di un rocambolesco scambio con Pedro, Eden Hazard evita Kasper Schmeichel in uscita prima di depositare in rete. Solo quando si trova sotto di due gol, a partita ormai compromessa, la squadra di Ranieri dà segni di risveglio. Di vere parate però Thibaut Courtois non deve compierne, ma è fortunato quando un'involontaria deviazione di David Luiz, in anticipo su Marc Albrighton, sbatte contro il palo. Il sigillo sul successo dei Blues porta la firma di Victor Moses al termine di una triangolazione con Nathaniel Chalobah.