ROMA. La Juventus allunga la serie positiva nell'Olimpico di sponda biancoceleste, battendo la Lazio con il minimo sforzo. Dal dicembre 2003 (gol di Corradi e Fiore, con Simone Inzaghi in panchina da attaccante di riserva), i bianconeri, ai quali è bastato un golletto di Sami Khedira, non riescono a ottenere bottino pieno contro i bianconeri.
Non è stata una partita esaltante, ma combattuta, giocata senza troppi sfarzi dalla Juve: molta sostanza, qualche lampo di Dybala, il consueto pragmatismo che si traduce in forza ed essenza. E' bastato per piegare la resistenza di una Lazio nemmeno brutta, ma che mai ha però dato l'impressione di potersi aggiudicare il match.
La Juve, fin da subito e malgrado l'eccezionale calura che avvolge l'Olimpico, cerca di sfruttare l'uomo in più a centrocampo: Simone Inzaghi, infatti, oppone Basta, Biglia, Parolo e Jordan Lukaku a Dani Alves, Khedira, Lemina, Alex Sandro e Asamoah. La partita si gioca nella zona centrale del campo e, pur essendo bruttina, vive di fiammate, che accendono il già bollente entusiasmo del pubblico juventino, la cui consistenza numerica è di gran lunga superiore a quella dei sostenitori laziali.
Allegri punta su Mandzukic e Dybala, ma anche su Lemina, lasciando inzialmente Pjanic e Higuain in panchina. Tutto previsto, dunque, tranne la posizione di Barzagli al centro della difesa, con conseguente spostamento di Benatia a destra. Il prologo è tutto un applauso all'indirizzo di chi vive il dramma dell'Italia centrale, sconvolta dal sisma, poi è subito Juve.
La squadra di Allegri, già al 9', pressa alto e crea problemi a Basta, costretto a una specie di strano retropassaggio che si trasforma in un assist aereo per Dybala, il cui colpo di testa dalla lunga distanza costringe Marchetti a un intervento in tuffo. A centrocampo infuria la battaglia su ogni pallone, nella rete di passaggi e tocchi ravvicinati non passa uno spillo e la Lazio, se può, riparte a velocità assai elevata. Come al 23', allorché un cross dalla destra dell'olimpionico Felipe Anderson servito da Lulic, che a sua volta aveva sradicato il pallone a Lemina, costringe Buffon a un gran balzo per anticipare Immobile, pronto ad avventarsi sul pallone.
Al 28' la canicola quasi obbliga l'arbitro Guida ad avvalersi del primo time-out in Serie A, riscrivendo la storia del calcio italiano. Il tempo si chiude con una conclusione di Asamoah parata da Marchetti.
Nel secondo tempo la Juventus stringe i tempi, spesso attaccando a pieno organico. Al 12' doppia occasione: Mandzukic si fa ribattere una conclusione da Marchetti, raccoglie Dybala e, dopo un dribbling, sfiora il palo. Al 18' il popolo bianconero grida al gol, dopo un geniale assist di tacco di Dybala che fa pervenire a Khedira; il passaggio per Mandzukic è pronto, ma il pallone viene deviato in angolo.
Inzaghi cambia uomini e modulo, manda in campo Milinkovic, poi Patric e sceglie il 4-3-3, poi il 5-4-1, ma la mossa non porta granchè bene. E' un talismano, invece, Higuain che, non appena mette piede in campo, esulta per il gol della Juve che sfonda con Khedira: il tedesco raccoglie un passaggio di Dybala, approfitta del mancato intervento di De Vrij, e batte Marchetti. E dire che, qualche minuto prima, un cross di Immobile aveva attraversato tutta l'area di Buffon, senza trovare la deviazione vincente. La Lazio prova a pareggiare con Patric, la cui conclusione viene deviata leggermente e finisce poco oltre la traversa e poi con una conclusione dell'infaticabile Parolo che fa il solletico a Buffon. Troppo poco per indurre in errore una Vecchia signora come quella in bianconero.
Nell'altro anticipo il Napoli supera in casa il Milan per 4-2 in una partita rimasta comunque in bilico fino a dieci minuti dalla fine quando i rossoneri hanno subito anche una doppia espulsione chiudendo in nove.
Primo tempo di marca partenopea con un grande Mertens che manda in gol due volte Milik. Inizio secondo tempo con il Milan che riapre l'incontro con un micidiale uno due firmato Niang e Suso. Il Napoli torna avanti con Callejon che segna dopo uno splendido tiro di Mertens. Poi l'espulsione di Kucka al 75' e di Niang all'87' e il Napoli chiude i conti con un autogol di Romagnoli.
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