RIO DE JANEIRO. Niente luci tricolori sul Cristo del Corcovado. L'Italvolley non sfata il suo tabù d'oro, e nella finale più affascinante - contro il Brasile a Rio, con tutta la torcida contro - cede ai verdeoro. È un argento prezioso, ma fa piangere comunque in campo tutti gli azzurri, che avevano coltivato il sogno.
Finisce invece 0-3, e le luci del Corcovado rimangono quelle gialle e verdi di ieri sera, perchè al successo del calcio si aggiunge l'altro oro più atteso dai brasiliani a Rio 216, nella pallavolo secondo sport nazionale, in cui la squadra di casa tiene fede al ruolo di favorita sotto gli occhi di Neymar.
A farne le spese è l'Italia, arrivata con merito in finale (e infatti la torcida, sportivamente, l'ha molto applaudita dopo la premiazione) dove sognava di ripetere il successo ottenuto contro la Selecao nella fase a gironi. Invece è ancora argento, come nel 1996 e nel 2004, perchè è finita 3-0 e Juantorena, Zaytsev e soci hanno dovuto asciugarsi gli occhi lucidi. Anche se, a dire il vero, piangevano di più i giocatori di casa, in particolare Bruno e il libero Serginho, ex 'italianò (ha giocato a Piacenza) al quale vengono le convulsioni dopo che ha giocato la sua quarta finale olimpica di fila e vinto il suo secondo oro. Il pubblico molto 'caldò del Maracanazinho gli rende omaggio gridando «O Rei, o rei, Serginho è o nosso Rei».
Ma se la Selecao del volley temeva un'altra beffa dopo le finali perse a Pechino contro gli Usa e a Londra con la Russi, l'Italia davvero credeva al suo possibile oro: il 3-0 dice meno dei meriti azzurri, che hanno tenuto testa a una squadra superiore tecnicamente ma hanno pagato passaggi a vuoto in momenti chiave dell'incontro. In particolare, fa male a tutti gli azzurri una frazione del terzo set: in svantaggio 0-2 e con 17 punti contro 15 a proprio favore, l'Italia si è vista invertire con la prova tv il punto nonostante l'invasione di campo brasiliana. Dal possibile 18-15 si è passati al 17-16, e a quel punto il Brasile ha ripreso, superato e tenut a distanzagli azzurri fino al punto dell'oro.
La nazionale azzurra inseguiva il suo Gral che le sfugge dagli anni '90 quando gli azzurri di Velasco e poi Bebeto erano i dominatori del mondo ma mai di un'Olimpiade. A Rio gli uomini di Pippo Blengini perdono ogni set di misura, e il risultato li condanna anche se sono stati all'altezza dei rivali. Ma sono forse troppo nervosi fin dal primo set quando sbagliano otto battute mostrando che la tensione di una finale olimpica si sente. La Selecao, trascinata dal pubblico, tiene botta e qualche ace lo mette a segno, in particolare con il mulatto Lucarelli. Le schiacciate dello Zar Zaytsev tengono a galla l'Italvolley in cui anche Juantorena cerca di fare la propria parte, anche se oggi non gli funziona la battuta. Il Brasile mette la testa avanti per la prima volta con Lipe, sul 12-13, mentre un altro pezzo pregiato azzurro, il n.10 Lanza, non riesce a entrare in partita. I verdeoro prendono fiducia e vanno fino al 14-19 anche se l'Italia risale fino al 21-22 prima di prenderne tre di fila: 22-25.
L'Italia lotta anche nel secondo set, a Zaytsev entra un ace a 112 Km all'ora, Birarelli piazza un muro in faccia all'ottimo Wallace, trascinatore del Brasile, ma non basta: ancora errori, di Lanza e Giannelli, e anche il secondo set se lo aggiudica la squadra di casa, per 26-28. Si lotta anche nel terzo set, in cui Wallace è grandissimo, e si va procede punto a punto con il Brasile quasi sempre avanti fino al match-ball del 23-24, che non entra. Poi pero ce n'è un altro sul 24-25 e stavolta è Lipe non fallire: mura Zaytsev e mette Ko l'Italia per lo 0-3 poi festeggiato dalla torcida sulle note 'sparatè dagli altoparlanti di 'Pais Tropical' e 'Cidade Maravilhosà, due classici del Carnevale. Inevitabilmente carioca, purtroppo per gli azzurri dell'Italvolley.