RIO DE JANEIRO. «La palombella no, la palombella no», strillava l'allenatore Silvio Orlando al Nanni Moretti giocatore in uno dei film più riusciti del regista romano, 'Palombella Rossa'. E a vedere il Setterosa guidato dal ct Fabio Conti c'è tanto da entusiasmarsi: palombelle, tiri da fuori e tanto nuoto. Dodici anni dopo il trionfo olimpico di Atene, la nazionale azzurra manda a casa la Russia, già sconfitta anche nel girone, e torna a giocarsi una finale ai Giochi (contro la vincente di Ungheria-Usa). Lo fa dopo un percorso netto, fatto solo di vittorie e prestazioni convincenti, come la semifinale dominata per 12-9, nonostante una partenza a rilento e un finale con un pizzico di braccino.
Una vittoria mai davvero in discussione grazie soprattutto ad Arianna Garibotti, 5 gol in sei tiri per lei, e ad una Gorlero tra i pali degna del miglior Tempesti. Una medaglia al collo le ragazze ce l'hanno già, ma non basta, nella loro testa c'è solo una cosa: vincere l'oro con un «torneo perfetto». Emulare le imprese di quel Setterosa, capace di vincere oltre all'oro di Atene del 2004 anche due mondiali nel '98 e nel '01, non sarà facile, ma intanto il mantra che le ragazze si ripetono dopo ogni è partita è sempre lo stesso: «Giocare il torneo perfetto».
Dopo le lacrime di gruppo al suono della sirena a svelare il retroscena è proprio l'allenatore del Setterosa. «Da quando siamo sbarcati in Brasile - ha ammesso - Questo ritornello mi ronza per la testa. È da un pò che siamo alla ricerca del torneo perfetto. Comincio a pensare che possa essere questo».
Intanto la finale è raggiunta, ora manca da scalare l'ultimo gradino: Perchè raggiungiamo un sogno, la finale olimpica. Le ragazze se lo sono strameritato con un percorso fantastico di crescita negli ultimi quattro anni. Sempre il giusto approccio. Ora non smettiamo di sognare, con mentalità senza pensare a medaglia vinta ma a finale raggiunta da giocare.
«Raggiungiamo il nostro sogno - ha aggiunto - la finale olimpica. Le ragazze se lo sono strameritato con un percorso di crescita costante negli ultimi 4 anni. Ora non smettiamo di sognare, giocheremo con mentalità senza pensare alla medaglia vinta, ma solo alla finale raggiunta da giocare». Uscendo dalla vasca si sono abbracciate in un pianto liberatorio: lacrime di gioia, e non di dolore come quelle dell'ultimo mondiale a Kazan, che ora però vanno asciugate in fretta per giocare la finale: «Hanno pianto tutte di felicità - ha raccontato il ct che festeggerà la sua 200/a partita proprio nell'ultimo atto dei Giochi - Ma ora sono sicuro sapranno ricaricarsi in tempo. Sono convinto che potrebbero giocare un altro torneo da capo. Ai mondiali dello scorso anno dopo aver perso la semifinale ai
rigori, si sono rialzate in ventiquattro ore, riuscendo a battere l'Australia sempre ai rigori. Queste sono ragazze toste, temprate, pronte a tutto». La sfida con la Russia era un pò derby per il ct azzurro, sposato con la pallanotista russa Tatiana Lvova: «Mia moglie e mio figlio Alexander l'hanno vista da San Pietroburgo. Lei mi aveva che aveva dei biglietti per andare a teatro, l'ho invitata ad andarci tranquilla e a leggere il risultato del match dopo 'perchè tanto vinciamo noi'».
Chi di finali se ne intende è la veterana Tania Di Mario, leader carismatico del Setterosa, unica reduce di quella squadra capace di dominare le scene mondiali: «Ho un'età ormai e mI commuovo facilmente - ha confessato - Ci meritiamo questo risultato, ma ancora non abbiamo fatto niente. Voglio ringraziare le mie compagne, sono fiere di essere il loro capitano, mi hanno regalato la possibilità di vivere un'altra volta un sogno». Sperando che abbia lo stesso esito di dodici anni fa.
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