RIO DE JANEIRO. Le stoccate azzurre si infrangono contro il muro della Francia, che sulla pedana della Carioca Arena ha fatto valere il suo ranking da primatista, mostrando di essere ad un livello al momento irraggiungibile per l'Italia. Si chiude con l'argento degli spadisti nella prova a squadre la spedizione della scherma azzurra a Rio, una spedizione tra luci e ombre che porta sì quattro medaglie all'Italia (un oro e tre argenti), ma che arretra e non di poco rispetto ai sette podi di Londra 2012 quando gli ori furono tre, con due argenti e due bronzi.
Per la scherma italiana è la 125/a medaglia nella storia dei Giochi. Non è riuscita l'impresa al 'clan dei catanesi', Garozzo, Pizzo e Fichera, che dopo due prove convincenti contro Svizzera e soprattutto contro l'Ucraina (altra grande favorita della vigilia), entrambe concluse sul 45-32, nella finale non sono riusciti a tenere botta alle stoccate dei francesi, grandi favoriti della vigilia. Una finale tutta in salita fin dalle prime battute, che assalto dopo assalto ha visto il trio di moschettieri d'oltralpe Jerent-Borel-Lucenay allungare. Inutile la sostituzione di uno spento Pizzo, ormai lontano da quella condizione che nel 2011 lo portò a laurearsi campione del mondo nella sua Catania, con Andrea Santarelli. La sfida con i francesi, campioni ad Atene 2004 e a Pechino 2008 (a Londra non si è disputato il torneo a squadre) è un classico: gli ultimi due derby olimpici in finale li aveva vinti l'Italia, ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. A Rio, purtroppo, è andata a bersaglio la rivincita transalpina. Finisce 45-31 per i francesi che ottengono il primo oro sulle pedane di Rio, in un medagliere che nella scherma ha visto il dominio della nazionale russa capace di conquistare ben quattro medaglie d'oro.
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