PARIGI. Una corsa con la morte nel cuore, la tristezza sui volti, per un giorno non più 'figliè dello sforzo e della fatica, solo pensando alle vittime dell'ennesima strage che ha straziato ancora una volta la Francia, l'Europa e le coscienze. Ecco cosa sono stati per tutti, corridori (che hanno indossato un nastro nero al braccio) e appassionati, oggi i 37,5 chilometri della 13ma tappa del Tour de France, una cronometro che si è snodata da Bourg-Saint-Andèol a La Cavernedu Pont-d'Arc: una tappa che ha detto tanto in chiave classifica - con la maglia gialla Chris Froome, oggi ottimo secondo, che ha rafforzato la leadership - ma che si è corsa in una atmosfera di dolore, tristezza e angoscia, senza musica, festa e colori.
E nel giorno della disperazione, la Grande Boucle ha forse scritto una pagina decisiva del'edizione numero 103: la tappa l'ha vinta, quasi di prepotenza e con una prestazione maiuscola, l'olandese della TGA Tom Dumoulin, ma il protagonista della giornata è stata ancora una volta la maglia gialla britannica che ha rifilato distacchi importanti a tutti i rivali di classifica, mettendo una serissima ipoteca sulla vittoria finale. Quello che ci ha rimesso di meno (perdendo solo 51« da Froome) è stato l'olandese Mollema che ha chiuso col 6/o tempo assoluto, balzando anche al 2/o posto della classifica generale, superando in un colpo solo un anonimo Nairo Quintana (20/o al traguardo a 2'05» dal britannico di Sky) e la maglia bianca Adam Yates (18/o a 1'58«). Fabio Aru ha cercato di difendersi e ha chiuso col 37/o tempo a 4'25» da Dumoulin (a +3'22« dalla maglia gialla e ora è 10/ in classifica a 5'16», scavalcato da Richie Porte e Daniel Martin), mentre ha fatto meglio Vincenzo Nibali, 25/o a 3'29«.
Quasi senza storia i 37,5 km della tappa, con Dumoulin, al secondo successo parziale dopo la vittoria di Andorra, che ha fatto il vuoto fin dal primo intermedio e che proiettano il portacolori del Team Giant-Alpecin quale candidato n.1 all'oro olimpico nella prova a cronometro di Rio. Una vittoria schiacciante che avrebbe potuto avere contorni ancora più marcati se non fosse stato per gli oltre 300 metri di dislivello nei primi 7 chilometri e la leggera salita degli ultimi cinque, resi ancora più complicati dal forte vento dell'ultima parte di gara. Una tappa che qualcuno avrebbe voluto addirittura annullata dopo l'eccidio di Nizza della notte scorsa ma che la direzione del Tour e l'autorità giudiziaria hanno deciso di far correre regolarmente e con ulteriori ulteriori misure straordinarie, pur considerando che la sicurezza garantita alla corsa è già massima. In memoria delle vittime gli organizzatori hanno deciso di 'silenziarè gli impianti pubblicitari e musicali, rimasti muti per tutto il giorno e quindi deciso un minuto di silenzio che nella cerimonia post-gara.
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