LONDRA. La Brexit incombe ma Andy Murray riporta il Regno Unito al centro del tennis mondiale: in tre set supera Milos Raonic e vince per la seconda volta i Championships. Dopo il trionfo del 2013, che aveva interrotto il digiuno di successi britannici che durava dal 1936 (Fred Perry), a distanza di quattro anni lo scozzese concede il bis, che gli vale il terzo Slam in carriera (assieme agli Us Open 2012). Per la prima volta, dopo 10 finali da sfavorito, non trova dall'altra parte della rete né Novak Djoikovc né Roger Federer, e ne approfitta aggiudicandosi una finale equilibrata nei turni di servizio (un solo break), decisa dalla sua maggiore regolarità, solidità, forza mentale (6-4 7-6(3) 7-6(2) in due ore e 47'). Per la gioia del suo allenatore, Ivan Lendl, che vince la sfida nella sfida dei super-coach contro il rivale di sempre, John McEnroe, allenatore del canadese, numero 7 del ranking mondiale. Raonic, alla prima finale Slam, confidava nella partita perfetta, ripetizione della semifinale vinta contro Federer, per diventare il primo canadese a vincere un Major: deve accontentarsi di essere il primo canadese ad essere arrivato così lontano in uno dei quattro tornei più importanti del circuito. Troppo forte, almeno per ora, il 29enne scozzese di Dunblane, numero due al mondo, che dopo due finali Slam perse di fila (sempre contro Djokovic, Australian Open e Roland Garros), può finalmente esultare. Il primo set viene deciso dal break che Murray trova nel settimo game prima di difendere il servizio con autorevolezza. La seconda frazione si decide al tie-break, così come la terza dopo che lo scozzese riesce a salvare (quinto gioco) le uniche due palle-break concesse all'avversario in tutto il match. Murray gioca in maniera impeccabile anche il secondo tue-break, archiviando la pratica al secondo match-point. "Per me questo è il torneo più importante - le parole di Murray, commosso fino alle lacrime -. Ed è davvero speciale: qui ho dei ricordi meravigliosi, ma ho anche dovuto incassare grandi delusioni. E' bello sollevare ancora questo trofeo, questa volta me lo godrò di più". D'obbligo una battuta rivolta a Lendl ("è fortunato"): da quando è tornato ad allenarsi, circa un mese fa, lo scozzese ha vinto due tornei (prima di Wimbledon, il Queen's, per la quinta volta: un record). Ospite del Royal Box, assieme al principe William accompagnato dalla moglie Kate, anche il Premier David Cameron, fischiato quando Murray lo ha ringraziato per essere presente ("Sicuramente giocare una finale di Wimbledon è dura, ma non vorrei mai essere Primo ministro, un lavoro impossibile"). Per Raonic la consolazione dei grossi miglioramenti fatti registrare negli ultimi anni. "Ho fatto tutto quello che ho potuto, ma non è bastato. Andy ha giocato alla grande e merita di aver vinto una seconda volta il titolo. Ma finché questi campi saranno verdi farò di tutto per tornare in finale ed avere una possibilità in questo torneo", la promessa del canadese.