PARIGI. Le due facce di Chris Froome: prima il cazzotto ad un tifoso, poi l'attacco a sorpresa in discesa. Il corridore del Team Sky compie un piccolo capolavoro e si mette di nuovo sulle spalle la maglia gialla. La strada verso gli Champs Elysees è ancora lunga, ma il britannico mette già il suo sigillo alla Grande Buocle, che sogna di vincere per il suo terzo Tour. Il britannico spiazza tutti attaccando appena scollinato il Col de Peyresourde, poi si butta in discesa prendendosi grossissimi rischi, arrivando poi da solo sul traguardo di Bagneres de Luchon. Nessuno si aspettava che avrebbe attaccato proprio lì, compreso Nairo Quintana, che dopo averlo 'marcatò stretto in salita, si è distratto per prendere una borraccia. Tanto è bastato a Froome per staccare il colombiano, suo grande rivale per la vittoria finale.
C'è però una macchia destinata a lasciare il segno: un gestaccio del nuovo leader della classifica generale, documentato da immagini televisive che non lasciano dubbi. Un tifoso, presumibilmente colombiano dalla maglia sfoggiata, lo infastidisce in salita. E lui lo colpisce. Indipendentemente dal pathos agonistico del momento, un rischio: una situazione che ricorda molto quella che costò carissima a Wladimir Belli, espulso dal Giro di 15 anni fa per aver colpito un tifoso di Simoni. »La telecamera non mostra come la bandiera di questo tifoso per poco non colpiva la mia ruota anteriore e il mio manubrio. Stavo per cadere.«, arriva qualche ora dopo la giustificazione della maglia gialla.
Bravissimo Fabio Aru, che ha corso sempre nel gruppo dei migliori arrivando sesto, e adesso in classifica è settimo a 23 secondi dalla maglia gialla. »Froome ha fatto un gran numero - ha ammesso lo scalatore sardo - subito dopo aver scollinato all'ultimo gpm ha guadagnato cento metri e in discesa ha incrementato il vantaggio. È stata un'azione insolita da uno come lui, ma un gran bell'attacco«.
È stata ricca di emozioni il secondo tappone pirenaico del Tour de France, con la classifica sconvolta. Greg Van Avermaet in salita è andato subito in difficoltà dando presto addio alla sua maglia gialla, transitando poi al traguardo con quasi 26 minuti da Froome assieme a Vincenzo Nibali. »Dovevo provarci, non volevo aspettare la salita - ha spiegato il britannico, che il Tour l'ha vinto già nel 2013 e nel 2015 - Dovevo approfittare degli errori degli avversari. In discesa mi sono divertito molto, forse nel finale ho speso un pò troppo considerato che domani ci aspetta una frazione molto dura«. Efficace ma molto rischiosa la sua posizione in discesa, pedalando scomodamente seduto sulla canna della sua bici: un'azione davvero insolita per uno scalatore come lui. Gli attacchi dei big si sono concentrati negli ultimi tre chilometri del Peyresourde, quarto e ultimo colle di giornata (il primo era stato il mitico Tourmalet), con Henao che ha affondato il primo colpo ben marcato da Valverde, poi con Froome marcatissimo da Quintana e Daniel Martin. Nell'ultimo chilometro Aru ha provato a uscire dal gruppo degli inseguitori, ma è stato chiuso da Quintana. Tra le delusioni di giornata, oltre a Nibali, anche Contador, che ha perso un altro 1'41». Il francese Pinot, dopo la debacle di ieri, oggi ha cercato di rifarsi andando a lungo in fuga assieme a Majka e Martin, ma poi è crollato, come il giovane connazionale Barguil.
Prima del riposo domani sarà un tappone ancora più impegnativo, con oltre 5000 metri di dislivello, con partenza dalla Spagna da Vielha Val d'Aran e arrivo in salita ad Andorre Arcalais (184,5 km) nel Principato di Andorra.
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