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Doping, Schwazer: "Qualcuno non vuole che io vada a Rio"

ROMA. "Qualcuno non vuole che io vada alle Olimpiadi, i tempi sono stretti, ma io andrò fino in fondo per chiarire tutto. Come 4 anni fa sono qui a metterci la faccia, ma oggi non ci saranno scuse perché non ho commesso alcun errore, allora ho sbagliato, stavolta no". Così Alex Schwazer sul caso della sua nuova positività. "Da un anno e mezzo con tanta fatica sto facendo di tutto con Sandro (Donati ndr) per dimostrare che il mio ritorno sia pulito. E' un incubo, la peggior cosa che mi poteva succedere ma ci giuro che si andrà fino in fondo".

E ancora: "Che senso ha prendere questa sostanza, e poi a Capodanno, una sostanza che già so che non serve, non procura alcun vantaggio. Ho il vomito quando sento parlare di doping, cercherò di andare alle Olimpiadi perché me lo devo, per il sudore, perché non è marketing, io andrò in fondo e poi basta. Io non ho sbagliato". E ha concluso: "Fino all'ultimo ci devo provare, anche se è durissima, cercherò di allenarmi domani".

Il tecnico. "Non lascerò mai Alex": Sandro Donati, il tecnico di Alex Schwazer, di nuovo al centro della bufera doping, è pronto a giurare sulla 'pulizia' dell'atleta e parla di 'provocazione'. "E una vicenda incredibile nella tempistica, un campione risultato pulito a gennaio è stato riesaminato non si sa perchè e trovato positivo. Inoltre - ha proseguito Donati - il testosterone, trovato in tracce minime, ad Alex non serve. Questo potrebbe essere il doping di uno scemo, che non porta da nessuna parte".

 

Malagò. "Schwazer? Se fosse vera la notizia è di una gravità pazzesca, se fosse invece vero che c'è qualcosa di diverso (un complotto contro Donati come dichiarato dall'allenatore dell'altoatesino, ndr) è altrettanto pazzesco. Ma chiunque si espone oggi in un giudizio si sbaglia". Lo dice Giovanni Malagò, in un'intervista a Radio Capital in cui ha analizzato a freddo il nuovo caso di presunta positività di Alex Schwazer. "Ho sentito alcuni passaggi della conferenza stampa - ha chiarito - io non posso esprimere opinioni per ovvi motivi, perché ho un ruolo pubblico. Nel merito non posso entrare e invito tutti a non farlo, perché c'è la contro analisi (5 luglio, ndr) che è la prova definitiva per il caso di positività". Sulla tempistica, con il secondo test effettuati al marciatore dopo 5 mesi dal primo, il capo dello sport italiano specifica: "La verità è che uno si può porre il dubbio che di contro c'è la tecnologia e il famoso discorso delle guardie e dei ladri, con questi ultimi che usano sistemi sempre più sofisticati per barare. Recentemente sono state annullate medaglie olimpiche assegnate nel 2008, per cui delle provette prese dopo le Olimpiadi di Pechino con nuove tecnologie hanno dimostrato casi di positività non acclarati. Il dubbio è corretto ma al tempo stesso può esistere questo tipo di caso".

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