PARIGI. Prima vera sorpresa agli Europei di Francia 2016. Allo Stade Geoffroy Guichard di St. Etienne l'Islanda, alla sua prima apparizione in un Europeo, riesce a strappare il pareggio al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Nel primo tempo la squadra di Santos va in vantaggio con Nani chiudendo l'Islanda nella sua metà campo, ma in apertura di ripresa l'ex centrocampista del Pescara e Sampdoria Birkir Bjarnason pareggia la partita gelando gli entusiasmi dei tifosi lusitani che si aspettavano un esordio ben diverso nel Gruppo F per CR7 e i suoi compagni. Match che parte proprio nel segno dell'Islanda, subito pericolosa con l'occasione di Sigurdsson, ma è solo un episodio perchè nella prima frazione è il Portogallo a salire in cattedra. Al 21' i lusitani vanno per la prima volta ad un passo dall'1-0: solo grazie ad una super parata di Halldorsson su colpo di testa di Nani a due passi dalla porta l'Islanda riesce a non andare sotto. Poi Cristiano Ronaldo sfiora la traversa di testa e poco dopo CR7 e compagni si portano in vantaggio grazie al gol di Nani: perfetta la combinazione tra Vieirinha e Andrè Gomes per confezionare l'assist perfetto a Nani, il quale non deve far altro che metterla dentro per il vantaggio portoghese. Prima della fine del primo tempo il Portogallo va vicino al gol del 2-0, ma lo stesso Nani, Ronaldo e Danilo non riescono a trovare la via del gol. Al ritorno in campo tutti si aspettano il 2-0 del Portogallo e invece arriva l'1-1 dell'Islanda, che riapre completamente la partita: Gudmundsson completamente solo sulla destra ha tutto il tempo di alzare la testa, vedere l'inserimento del compagno in area di rigore e servirlo con un cross a rientrare. Bjarnason - anche lui solo in area di rigore - si coordina e con l'interno del piede e batte Rui Patricio con un destro in diagonale di prima intenzione. Il match si accende con la prevedibile reazione del Portogallo che però non riesce a incidere più di tanto servendo il fianco ai veloci e pericolosi contropiedi degli attaccanti islandesi, che arrivano vicino addirittura al gol del 2-1. Per i ragazzi di Hallgrimsson un punto per fare la storia e poter continuare a sognare ad occhi aperti. Brutto risveglio, invece, per i portoghesi, che si sono fatti sorprendere sul più bello senza riuscire a reagire davvero. Nemmeno Ronaldo è riuscito a scuote i compagni. Davvero sotto tono per CR7 l'avvio di Euro 2016. L'Ungheria gioca un perfido scherzo alla favorita Austria aggiudicandosi 2-0 il derby danubiano a Bordeaux dopo avere preso gradatamente le misure del quotato avversario, n. 10 al mondo. Se Alaba, stella del Bayern, colpisce subito il palo e guida iniziative sporadiche e poco armoniose, l'Ungheria risponde con un gioco di squadra più organizzato anche senza guizzi pregiati. Ed è un pò la favola del calcio che a decidere sia l'attaccante Adam Szalai che non segnava da 49 partite e da oltre un anno nè nei suoi club (hoffenheim e Hannover) nè in nazionale. Per un'ora Szalai non ne imbrocca una, sbaglia tutto ma il ct Storck insiste e viene premiato: al 17' st trova il gol dopo una bella combinazione con Kleinheisler. Poi l'Austria rimane in dieci per un secondo giallo severo su Dragovic e l'Ungheria alla fine raddoppia con un pallonetto in contropiede di Stieber. Per l'Austria è una delusione cocente: Alaba corre molto, crea varie iniziative ma viene aiutato solo dal talentuoso Arnautovic, ex interista, che è però discontinuo. L'Ungheria, guidata da Kiraly, il portiere di oltre 40 anni diventato il giocatore più anziano degli Europei battendo il record di Matthaeus, ha maggiore fluidità, è bilanciata dal prezioso lavoro di Kleinheisler, coadiuvato dalla coppia di centrocampo Gera e Nagy (37 anni e 20 anni). Alla fine a godere è il ct tedesco Storck mentre lo svizzero Koller mastica amaro perchè l'Austria ora dovrà rincorrere. Echi di un passato di gloria nel derby danubiano, paradiso del calcio negli anni '30 per il Wunder team di Sindelar e soprattutto negli anni '50 per il fenomenale gruppo guidato da Puskas e Hidegkuti, da decenni però ai margini del pallone che conta. L'Austria si presenta dopo avere conquistato 28 punti su 30 nelle qualificazioni chiuse davanti a Russia e Svezia, l'Ungheria più modestamente dopo lo spareggio sofferto con la Norvegia. L'avvio sembra confortare i pronostici: Alaba, il prezioso jolly che il Bayern non vuole cedere neanche per 50 mln, si presenta dopo 31« con un gran tiro che si stampa sul palo, poi al 10' servito da Arnautovic si fa parare il tiro . Al 35' Junuzovic si produce in un'ottima conclusione, vanificata da un plastico volo di Kiraly, poi al 42' grande discesa di Arnautovic che pesca libero Harnik che cicca maldestramente. Nella ripresa la partita si accende ed è l'Ungheria che cresce gradatamente: prima al 9' viene parato un gran tiro di Dzsudzsak, poi passa al 17' con una combinazione tambureggiante di Kleinheisler e Slazai che si passano due volte il pallone e l'attaccante, chiuso male da Fuchs, anticipa il portiere e mette dentro. L'Austria si getta in attacco e segna con Hinteregger ma l'arbitro ferma prima l'azione e punisce con un secondo giallo Dragovic per un contrasto che non sembra grave. Austria in dieci e l'Ungheria sfiora il raddoppio con Nemeth per segnarlo poi al 42' con un pallonetto di Stieber che approfitta di un assist di Priskin, entrambi provenienti dalla panchina. Ora per l'Austria di Alaba sarà dura recuperare mentre all'Ungheria sembra di sognare.