Sabato 16 Novembre 2024

Morata decide ai supplementari, Coppa Italia alla Juve

ROMA. La Juve non perde l'abitudine a vincere. Ma il decimo titolo in un quinquennio arriva al termine di una partita che forse stavolta i campioni d'Italia non meritavano di vincere. La Coppa Italia, per la cronaca l'11/a della storia bianconera, finisce per il secondo anno di fila a Torino (1-0 al termine dei supplementari), dopo una battaglia di 120' contro un Milan, finalmente generoso, caparbio, a cui manca però un po' di qualità. Il bis scudetto-Coppa per due anni di fila, impresa finora inedita in Italia, è l'ennesimo record che la squadra di Allegri inanella nel giro di 12 mesi. Per il terzo anno di fila invece non vedrà l'Europa il Milan, la cui sconfitta fa felice il Sassuolo, che entra di diritto in Europa League. A suggellare il trionfo bianconero è Alvaro Morata, forse all'ultima apparizione in bianconero, che entra al 5' del secondo tempo supplementare, al posto di Hernanes, e dopo nemmeno 2' fa felici gli oltre 25 mila tifosi in curva Nord, in un Olimpico finalmente 'stracolmo' come ai vecchi tempi. Onore però a Brocchi e ai rossoneri che dopo la debacle di una settimana fa hanno tenuto testa (e sicuramente giocato meglio) ai bianconeri: il 4-3-3 atipico (che mistifica un più accorto e pragmatico 3-5-2) e l'addio al trequartista hanno pagato in termini di gioco, meno per quanto riguarda la concretezza sotto porta. Anche se per la verità, in una delle più brutte finali di coppa degli ultimi anni (al cospetto del capo dello Stato Mattarella e dei presidenti dei due club, Agnelli e Berlusconi), la cronaca racconta assai poco, con Donnarumma e Neto praticamente inoperosi e le due difese attentissime a non lasciare spazi. Il ct Conte in tribuna potrà però consolarsi per le buone prove di De Sciglio (soprattutto), Montolivo e Bonaventura. La Juve non era la stessa del campionato (basti pensare ai 34 punti di distacco tra le due squadre) ma è anche vero che difficilmente si può fare a meno di Khedira, Marchisio, Bonucci tutti insieme. Allegri sceglie a sorpresa Lemina a fianco di Hernanes e Pogba, confermando Neto portiere di coppa Sulla carta non c'è partita ma mai come stavolta il pronostico della vigilia e del campionato viene smentito sul campo. Il pendolarismo tattico e i piedi sopraffini di Dybala danno più certezze alla manovra bianconera, ma il Milan è bravo a interdire, mostrando di saper stare in campo con personalità. Il fraseggio corto dei rossoneri già al 12' potrebbe portare buoni frutti, Bonaventura avrebbe la palla giusta su cross di Calabria ma la sua deviazione finisce al lato di poco. Ancora Jack al 24' per poco non sorprende Neto con un tiro dal limite che il n.1 brasiliano blocca in due tempi sulla riga. Per tutto il primo tempo il gioco e la supremazia territoriale sembrano dar ragione a Brocchi che sfrutta molto le fasce con De Sciglio e Calabria pronti a crossare per l'azzurro e il giapponese, mentre Bacca sembra sperduto senza un partner. Paradossalmente il brio rossonero, che sposta in avanti il baricentro del gioco, favorisce le ripartenze dei campioni d'Italia, maestri in questo, che al 32' arrivano per la prima volta pericolosamente davanti a Donnarumma. La più ghiotta delle palle gol capita però sui piedi poco nobili di Poli dopo un errore in disimpegno di Evra, ma l'assist di Honda è vanificato malamente. Nella ripresa il canovaccio non cambia e il Milan con un pericolosissimo contropiede per poco non brinda ma Kucka, con i rossoneri in superiorità numerica, sbaglia la misura del passaggio per Poli. Il campanello d'allarme invita Allegri a mettere forze fresche, cambiando gli esterni (Alex Sandro per Evra, Cuadrado per Lichtsteiner) allo scopo di tenere più accorti i rossoneri. Ma la partita a scacchi Brocchi-Allegri sposta solo i pedoni senza cambiare il corso del match, così il tecnico rossonero prova anche a vincere inserendo il redivivo Niang (assente da fine febbraio). Una mossa che almeno accende la partita e così succede così di più nell'overtime che in tutti i primi 90'. Le squadre si allungano per cercare il colpo del ko: prima Donnarumma (103') vola per bloccare un tiraccio di Pogba, poi Bacca (104') tenta una rovesciata super. La mossa giusta però arriva al al 103' quando Allegri manda in campo Morata: nemmeno 120 secondi e sul cross di Cuadrado il n.9 infila Donnarumma in giravolta. Stavolta il gol dello spagnolo è pesante come una pietra e spegne un Milan a cui stasera è mancata un po' di qualità là davanti (l'ultimo sussulto lo regala al 121' Josè Mauri che sfiora il palo). Ha vinto sul piano del gioco ma a calcio vince chi segna e nessuno sa farlo nei momenti clou come i bianconeri.

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