CIVIDALE DEL FRIULI. Nel Giro usa e getta che brucia ad uno ad uno i suoi protagonisti, da Dumoulin a Kittel, da Brambilla a Jungels, c'è gloria anche per Andrey Amador, il primo costaricano a indossare la maglia rosa nella storia della corsa. Il corridore della Movistar, nome e mamma russa, approfitta della partita a scacchi tra Nibali e Valverde (mosse e contromosse senza farsi troppo male) e del cedimento di Bob Jungels sull'ultimo dei quattro gran premi della montagna disseminati tra Palmanova e Cividale del Friuli, per andare in testa alla classifica.
La 13/a frazione va al basco Mikel Nieve che trionfa in solitaria dopo un'azione partita a 35 chilometri dal traguardo. Alla fine è 'fiesta Costaricà con il 29 enne Amador che, finita la conferenza stampa, si concede un tenero bacio con la fidanzata Laura davanti a un commosso papà Rodolfo. Amador ora ha un vantaggio in classifica generale di 26» sul lussemburghese Bob Jungels. Terzo, a 41«, è l'azzurro Vincenzo Nibali che con i quattro secondi di abbuono conquistati oggi allo sprint ha scavalcato lo spagnolo Alejandro Valverde e l'olandese Kruijswijk, appaiati al quarto posto a 43».
Con questi distacchi, difficile che il regno di Amador possa durare a lungo. Già domani il tappone dolomitico richiede nervi saldi e gambe d'acciaio. Nibali e Valverde, gli ultimi big rimasti, ormai fanno corsa a sè. L'azzurro oggi ha provato un paio di volte a testare la gamba dello spagnolo che è rimasto sempre incollato allo 'Squalo" con una tattica così accorta che sarebbe piaciuta a Eddy Reja, l'allenatore dell'Atalanta oggi ospite a bordo dell'ammiraglia della direzione.
Il siciliano si è tolto la soddisfazione di batterlo nello sprint per il terzo posto guadagnando quei quattro secondi di abbuono che gli hanno consentito il sorpasso in classifica. «Valverde ha una tattica attendista, con lui è più una questione di testa che di gambe», l'affondo di Nibali. «Non sapevo che davanti c'erano solo due corridori, altrimenti avrei sprintato diversamente» la replica a distanza di un Valverde un pò rabbuiato. Le schermaglie tra i due fanno una vittima, la maglia rosa Jungels che si stacca.
Lo stesso Amador perde terreno in salita, prima di rientrare sui migliori andando a tutta in discesa. Il costaricano intanto, a scanso di equivoci, giura fedeltà al suo capitano: «Non ho parole, sono felice per me e per il mio Paese - spiega a fine gara - ma noi abbiamo in squadra un fenomeno che è Valverde e io spero che possa essere lui il mio successore in maglia rosa. Domani lavorerò per aiutarlo». Con l'avvicendamento in testa alla classifica passa in secondo piano la tappa, vinta dal basco della Sky Mikel Nieve in solitaria. Nieve si stacca da un gruppetto di venticinque corridori in fuga prima del Porzus e poi fa il vuoto in discesa.
In precedenza Diego Ulissi, suo compagno di fuga, era stato maglia rosa virtuale per alcuni chilometri. Quando Nieve parte, al suo inseguimento si lancia uno stoico Giovanni Visconti. Il siciliano percorre 110 chilometri con una costola in disordine dopo essere caduto rovinosamente in cima al Matajur per un contatto con Cunego. Medicato in corsa, Visconti ha proseguito lanciandosi all'inseguimento di Nieve e finendo secondo prima di correre in ospedale per una sospetta frattura. Domani tappone dolomitico con Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Valparola da scalare in successione. Una tappa da dentro o fuori che dirà molto sul prosieguo del Giro.
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