ASOLO. Con quel nome che si ritrova, un omaggio del papà juventino a Maradona, Diego Armando Ulissi è uno a cui piace decidere le gare con una prodezza individuale, spesso frutto di estro e fantasia. Un assolo, quello con cui il toscano di Cecina ha vinto ad Asolo l'undicesima tappa del Giro mettendo a segno la sua personale doppietta in questa edizione dopo il sigillo di Praia a Mare. Il pupillo di Michele Bartoli ha deciso la corsa a 4 km dall'arrivo, rientrando sulla maglia rosa Jungels e sul costaricano Amador in fuga, per poi batterli in uno sprint a tre in cui ha messo in fila nell'ordine il secondo e il primo della classifica generale. Un piccolo capolavoro da finisseur che ne conferma l'attitudine da cacciatore di tappe. Ulissi, spesso croce e delizia, sembra aver acquisito l'agognata maturità: «Sono cresciuto negli ultimi tempi - spiega il vincitore - merito anche del lavoro svolto quest'inverno con un mental coach con il quale ho lavorato sulla testa». Scoppiettanti gli ultimi 20 km della tappa di oggi, da Modena ad Asolo, 200 km di Pianura Padana prima della Forcella Mostaccin, un Gran Premio della montagna di 4/a categoria breve ma con punte del 14% e una pendenza media del 7,8%, seguito da una discesa da affrontare a capofitto. È lì che comincia la gara. Il primo a provare l'allungo in discesa è Vincenzo Nibali. Valverde e Chaves lo seguono a ruota e i tre guadagnano una dozzina di secondi sugli altri uomini di classifica, tra cui la maglia rosa. Ma la fuga non decolla e gli inseguitori rimontano. «Non c'è stata collaborazione da parte di Valverde - dirà alla fine Nibali - segno che la Movistar corre con due uomini, Valverde e Amador». Una volta ricompattato il gruppo dei migliori è Amador - che in classifica è secondo a 26« da Jungels - a tentare l'allungo. Ed è la stessa maglia rosa a mettersi sulle sue tracce staccandosi dagli altri. Sembra il prologo di una volata a due, ma a 4 km dalla fine Diego Ulissi accende la luce. L'azzurro prima si riporta sui fuggitivi e poi li regola allo sprint. Da applausi. Nibali e Valverde continuano a marciare appaiati in attesa che la sfida si accenda sulle grandi montagne. Il siciliano ha provato a strappare, ma si è dovuto guardare le spalle dopo che una rovinosa caduta di gruppo ha messo fuori uso mezza Astana (ne esce con le ossa rotte Agnoli, uno dei suoi gregari migliori, a rischio ritiro). Intanto il Giro - dopo Landa che oggi ha salutato l'Italia per far ritorno a Bilbao - saluta un altro dei suoi protagonisti: l'olandese Tom Dumoulin. In ritardo di 13' ieri sugli Appennini Tosco-Emiliani, la prima maglia rosa del Giro approfitta di un rifornimento per salire sull'ammiraglia e dire addio alla corsa. Il suo nome si aggiunge a quelli di KIttel, Cancellara e Landa, fuori uno dopo l'altro. In classifica generale ora Jungels precede Amador di 24» (il costaricano ne ha guadagnati due di abbuoni), Valverde e Kruijswijk di 1'07« e Nibali di 1'09». Tutti pronti a effettuare il sorpasso decisivo, magari alla Dani Pedrosa, il pilota di Moto Gp oggi ospite all'arrivo della corsa.